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L'analisi del voto

Elezioni politiche, il Pd incassa la sconfitta: nessun pontino in Parlamento. Parola d'ordine: "ricostruire"

Le riflessioni del dopo voto nel centrosinistra e fra i dem. La coalizione al 19,58% nel collegio di Latina e al 18,11 in quello di Terracina

Si aprono le riflessioni del dopo voto all'interno del centrosinistra e del Pd in particolare. La coalizione non porta nessun rappresentante pontino in Parlamento, né il candidato all'uninominale nel collegio di Latina Tommaso Malandruccolo né l'ex assessora regionale Rita Visini, di Terracina, in corsa nel collegio uninominale di Terracina. E neppure Stefano Vanzini, che era invece inserito nel plurinominale della Camera in terza posizione. 

Guardando le percentuali raggiunte, al collegio uninominale di Latina il centrosinistra conquista il 19,58% (pari a 31.966 voti), guidato dal 14,17% del Partito democratico, seguito dal 2,67% di Alleanza Verdi Sinistra, dal 2,20% di +Europa e dallo 0,54% della lista di Luigi Di Maio, Impegno Civico. All'uninominale di Terracina la coalizione guadagna il 18,11%, con il Pd al 12,91%.Al Senato la percentuale è del 18,47%, con il Pd al 13,24% seguito da Alleanza Verdi Sinistra al 2,22%.

Ora la parola d'ordine, anche all'interno del Pd provinciale, è "ricostruire". "Abbiamo perso nettamente - commenta il segretario provinciale del partito Omar Sarubbo - Complimenti e i migliori auguri di buon governo ai vincitori (la destra senza centro) a cui i cittadini italiani hanno rivolto la loro fiducia. Non c’è tempo. Abbiamo il dovere di riprenderci in fretta, cambiare, tornare a crescere perché le idee che riteniamo valide sono fragili se prive del consenso dei cittadini. Un consenso che non arriverà se non avremo posizioni nette sui temi principali, sui valori, sulla società del futuro: chiare, semplici, radicali quando necessario. Non arriverà senza una opposizione dura e incalzante in parlamento e nei territori. Non arriverà se non ci facciamo costruttori di una coalizione larga per l’alternativa democratica e progressista. A partire dalle imminenti elezioni regionali. Meno superbia, più generosità. Vogliamo davvero difendere la Costituzione - aggiunge - l’idea di una Europa solidale ed inclusiva, i diritti civili e le libertà individuali, la dignità del lavoro adeguatamente retribuito, l’ambiente, i più fragili? Allora servono battaglie e voti, non il solo presuntuoso convincimento di essere nel giusto. La ragione non fa numero. Abbiamo avuto e dovremo avere responsabilità, certo, come abbiamo fatto nella fase più dura del Covid e della crisi economica, ma guai a confondere il senso del dovere nei riguardi del Paese con l’ambizione del governo a tutti i costi o con chiunque. Quest’ultimo è percepito come potere fine a sé stesso (anzi, lo è)".

Infine, un ringraziamento ai candidati pontini Rita Visini, Tommaso Malandruccolo e Stefano Vanzini, ma anche ai circoli, ai militanti e quanti si sono spesi con tutte le forze disponibili. "Cresciamo un po’ in provincia di Latina - conclude il segretario - rispetto alle precedenti politiche del 2018 ma fuori conta poco o nulla perché ogni elezione è una storia a sé. Però conta per noi, conta tra noi, dentro la nostra comunità di donne e uomini che non si arrenderanno".

Nei collegi che interessano la provincia di Latina entrano invece Bruno Astorre per il Senato e Matteo Orfini per la Camera. Fa il suo ingresso in Parlamento anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, eletto al plurinominale Lazio 1 P01.

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