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Elezioni regionali, l'ultimatum di Conte finisce nel vuoto: "Così cade il campo largo"

La sinistra extra-Pd apre al dialogo con il leader del M5S. Gualtieri a distanza replica sul termovalorizzatore: "Roma ha bisogno di impianti". D'Amato: "Cinque anni fa vincemmo da soli"

Il "no" all'alleanza in caso di conferma del termovalorizzatore a Roma, ribadito chiaramente da Giuseppe Conte nella conferenza stampa dell'8 novembre, è stata una pietra messa sopra al "modello Lazio" di Zingaretti e Leodori. Immaginare un dietrofront del Pd e di Roberto Gualtieri sull'impianto di Santa Palomba è estremamente difficile e i protagonisti di questa fase che precede il voto di febbraio nel Lazio lo sanno bene. Le reazioni politiche lo confermano, a partire dal segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre: "Il presidente del M5S vuole far cadere il campo largo". E D'Amato torna alla carica: "Cinque anni fa il centrosinistra unito vinse da solo". 

Conte attacca il termovalorizzatore e Gualtieri replica: "Ne abbiamo bisogno per una città pulita"

L'8 novembre dalla sede nazionale dei Cinquestelle a Roma, l'ex premier Conte ha dettato le regole per allearsi nel Lazio: fuori la politica dalla sanità, no a grosse infrastrutture della viabilità come la Roma-Latina e soprattutto nessun inceneritore. Condizioni "minime", così le ha definite l'avvocato pugliese, ribadendolo più volte. E una delle reazioni da riportare è sicuramente quella del diretto interessato, il sindaco Roberto Gualtieri che un'ora dopo la fine dell'intervento di Conte presenta quanto fatto dalla sua amministrazione nel primo anno di mandato: "Roma ha bisogno di impianti - dice - perché dopo la chiusura di Malagrotta inquina l'ambiente mandando i suoi rifiuti in giro per l'Italia. Vogliamo una città più pulita e quindi dobbiamo realizzare impianti moderni". E l'applauso della platea è fragoroso, probabilmente il più convinto durante l'ora e mezza di esposizione del primo cittadino. 

Astorre (Pd Lazio): "Conte vuole far cadere il campo largo"

Tra gli attori protagonisti della difficile opera di ricucitura del campo largo c'è sicuramente Bruno Astorre, segretario del Pd Lazio. Lui, insieme a Francesco Boccia si incontra da settimane con i coordinatori regionali delle forze politiche per recuperare i pezzi ed evitare di capitolare anche alla Pisana. E' per questo che le sue parole dopo la conferenza di Conte sono accorate: "Vuole far cadere il campo largo - accusa - mettere fine a una ottima esperienza di governo, su un tema che non riguarda la Regione Lazio, che è il termovalorizzatore di Roma. La legge ha dato poteri al sindaco di Roma per quello, non è competenza della Regione Lazio". Per Astorre, che era presente alla presentazione di Gualtieri all'Auditorium, Conte "vuole invadere altri campi se parla del Comune, utilizzando armi improprie - continua - perchè per quanto riguarda la Regione noi non abbiamo previsto inceneritori, non erano nel programma di Zingaretti e quindi significa che abbiamo lavorato bene. Con i diktat non si va da nessuna parte". 

D'Amato: "Alleanze? Alle ultime regionali vincemmo uniti senza i Cinquestelle"

L'assessore alla sanità uscente, Alessio D'Amato, nonostante i richiami neanche troppo velati da parte del Pd nazionale e di quello locale continua sulla sua strada. A margine del rapporto di fine mandato di Nicola Zingaretti, D'Amato ha commentato così le parole di Conte: "Le alleanze? Adesso vediamo, c'è una discussione in corso. Ricordo  - ha aggiunto - che alle ultime elezioni regionali il centrosinistra unito vinse, i Cinquestelle andarono per conto loro. Quello che conta sono i risultati, il rendiconto rispetto ai cittadini e di fare la massima unità possibile". 

Valeriani: "Le sue parole dimostrano buon governo Regione"

A caldo fa rumore il silenzio di Zingaretti stesso, che manda avanti Massimiliano Valeriani. L'assessore a urbanistica, rifiuti e casa del Lazio non entra troppo nel merito delle parole di Conte sull'alleanza, limitandosi a vedere il lato positivo dell'attacco dell'avvocato: "Quello che dice il leader del M5S - dichiara - conferma il buon governo della Regione sui rifiuti e rappresentano le premesse per proseguire e rilanciare una proposta politica seria e progressista". Difficile, però, che ci siano i presupposti. 

La sinistra extra-Pd: "Aperti a confronto, auspichiamo dialogo"

Da registrare invece l'apertura della sinistra extra-Pd che siede nei banchi della maggioranza in consiglio regionale. Marta Bonafoni e Gino De Paolis della civica Zingaretti e Daniele Ognibene di Liberi e Uguali firmano un comunicato inequivocabile: "Al di là del fatto che molti dei punti da lui affrontati hanno fatto parte della nostra attività politica - premettono - , e ancor di più nell'ultimo periodo con l'allargamento al M5S, a nostro parere la distanza è tutt'altro che incolmabile. Auspichiamo quindi che si apra un dialogo costruttivo rilanciando il campo progressista che ha lavorato insieme in questi anni, guardando al bene esclusivo dei cittadini e delle cittadine del Lazio, per costruire un'alleanza capace di sconfiggere le destre. Gli errori commessi a livello nazionale non vanno ripetuti".

Calenda non molla: "Chiudiamo su D'Amato"

Come una goccia cinese, Carlo Calenda stuzzica per l'ennesima volta il Pd: "Possiamo desumere che continuare a perdere tempo con il M5S è inutile almeno nel Lazio? - si chiede il leader di Azione su Twitter -. Visto che c'è una persona del Pd di valore già in campo, possiamo chiudere?". Il riferimento, come ormai noto, è all'assessore alla sanità uscente, Alessio D'Amato. Il gruppo romano di Azione mette il carico: "Zingaretti prova a ingraziarsi Conte facendo finta che il termovalorizzatore nulla c’entri con la Regione - scrivono in una nota - . Gualtieri ieri invece ha ribadito l’importanza del termovalorizzatore. È un balletto indecoroso che nasconde la pulsione irrefrenabile di Zingaretti di sottomettersi al M5S. Basta. Iniziamo a parlare di come rilanciare una regione impantanata. Zingaretti e Bettini se ne facciano una ragione: i 5S non li vogliono più".

Demos: "Facciamo come papa Giovanni XXIII, partiamo da ciò che ci unisce"

"I programmi si scrivono insieme - il commento del consigliere regionale uscente, consigliere capitolino e deputato di Demos, Paolo Ciani - con questo metodo abbiamo governato il Lazio in questi anni e l’ingresso del M5S nella maggioranza regionale voluta da Zingaretti  è avvenuto con questa modalità. Come ha giustamente sottolineato e riconosciuto Conte, con questo metodo abbiamo governato bene e con questo metodo potremmo presentarci alleati alle prossime elezioni regionali. Incontriamoci e confrontiamoci senza pregiudizi. Proviamo ad usare il metodo di Giovanni XXIII: partiamo da ciò che ci unisce e andiamo avanti”.

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