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Regionali Lazio 2018

Regionali, centrodestra in alto mare: è caccia ad un candidato presidente per "perdere meglio"

Ieri è spuntato il nome di Stefano Parisi, oggi però già apparentemente tramontato. Difficile la convergenza su Pirozzi. Resta l'ipotesi Sangiuliano. I tempi però stringono

"Che ti devo dire? Che siamo in alto mare, ecco. E che non ci stiamo capendo più nulla neanche noi". A parlare è un candidato di Forza Italia al consiglio regionale del Lazio. Dalle parti di Fratelli d'Italia la musica è più o meno la stessa. Il timore, neanche troppo nascosto, è che veti e liti tra i tre leader nazionali per la scelta del candidato presidente per le Regionali stiano lentamente trasformando la contesa per il Lazio in una corsa a perdere. E "se si perde i posti in consiglio per noi sono meno", dice candidamente un esponente del partito della Meloni. "Siamo bloccati. Non abbiamo stampato neanche il materiale elettorale perché non sapendo chi appoggiare rischiamo di scrivere un nome per un altro. Abbiamo aperto i comitati, ma oltre alle nostre facce non possiamo indicare nessun presidente. E' chiaro che così partiamo azzoppati e perdiamo quasi sicuramente, anche se Pirozzi ci facesse il favore di ritirarsi".

E se la sconfitta è messa nelle ipotesi, la debaclè totale, con addirittura un arretramento numerico rispetto ai seggi del 2013, potrebbe diventare un bagno di sangue, anche economico.

Già, ma chi ci sta a correre per la presidenza sapendo già di perdere? Posta l'ormai appurata indisponibilità di Pirozzi a ritirarsi, il candidato presidente dovrà accettare di correre azzoppato, mettendo in conto un meno 10, 15 per cento dei voti, quelli che appunto la "Lista dello Scarpone" rosicchierebbe al centrodestra soprattutto. Non ci sta a fare il frontman di un centrodestra "sbriciolato", Maurizio Gasparri.

Il nome buono sembrava essere quello di Stefano Parisi. Già candidato sindaco a Milano e leader di Energie per l'Italia, è stato messo in corsa da Ignazio La Russa, uno dei padri nobili di fratelli d Italia. E Parisi, 62 anni romano di nascita ma milanese d'adozione, avrebbe detto anche sì, ma con delle condizioni: 4/5  collegi sicuri per lui e per i suoi  nella corsa al Parlamento. Il centrodestra avrebbe risposto picche e da qui, come il gioco (al massacro) dell'oca, la necessità di tornare indietro e  di ripartire con la caccia.

Con Parisi oggi si farà un nuovo tentativo. Alternativa sempre buona è Gennaro Sangiuliano, giornalista del Tg1 che piace a Fratelli d'Italia e a Forza Italia. Per convincerlo a fare il candidato (a perdere) potrebbe essere messa sul tavolo l'ipotesi paracadute di un collegio in Parlamento.

Resta esclusa, per ora, l'ipotesi di una convergenza su Pirozzi che avrebbe anche il placet di Salvini, ma ha anche il veto forte di Meloni e Berlusconi. Veto che il leader leghista ha fatto poi scendere sul candidato della Meloni, Fabio Rampelli.

Un nome, quello del sindaco di Amatrice che allo stato attuale però non spiace ai candidati consiglieri già in corsa. "Non sarà il migliore dei candidati possibili e magari con lui non si vince", dicono, "ma almeno non rischiamo di perdere tutto, anche la faccia". 

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