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Festa della Liberazione, la banda di Formia non suona “Bella ciao”: scoppia la polemica

Il caso esploso dopo la cerimonia alla presenza del sindaco Taddeo; la replica dell’Amministrazione: “Futili strumentalizzazioni, in una giornata di festa nel ricordo della pacificazione nazionale, appaiono dunque fuori luogo e pretestuose”

Coda polemica dopo le celebrazioni per la Festa della Liberazione a Formia. Una polemica nata già nella giornata di ieri, 25 aprile, e proseguita ancora oggi dopo che la banda “U.Scipione Città di Formia”, diversamente dalla tradizione, non ha suonato “Bella Ciao”, il canto popolare italiano simbolo della Resistenza e dell’antifascismo. Un fatto che non è passato inosservato e che, attraverso i canali social, è stato messo in evidenza per primo dal consigliere di opposizione Alessandro Carta che su Facebook ha scritto: “Quest'anno la Banda Musicale di Formia non ha suonato ‘Bella ciao’, sembrerebbe per ordini dall'alto.....no comment! Bia il 25 aprile! Viva i partigiani! Ora e sempre resistenza”.

A intervenire è stato il Comune di Formia rappresentato ieri alle celebrazioni dal sindaco Gianluca Taddeo. La stessa Amministrazione, infatti, ha tenuto a precisare che “il complesso bandistico ‘U.Scipione Città di Formia’ ha liberamente applicato un protocollo istituzionale, suonando brani ordinariamente eseguiti durante le celebrazioni istituzionali della Festa della Liberazione. Futili strumentalizzazioni, in una giornata di festa nel ricordo della  pacificazione nazionale, appaiono dunque fuori luogo e pretestuose, soprattutto in considerazione che i consiglieri di opposizione, che polemizzano per la mancata esecuzione di ‘Bella ciao’, non erano presenti avendo ritenuto di non partecipare alle celebrazioni odierne, né in chiesa, né durante il corteo, né in piazza alla deposizione della corona in onore dei caduti”. 

“La giornata del 25 aprile 1945, grazie alla vittoria degli angloamericani  e della Resistenza, con la contemporanea caduta definitiva del fascismo, segnò simbolicamente e convenzionalmente la fine della tragedia di un popolo, la fine dell’oppressione e della negazione dei diritti di libertà” ha detto il primo cittadino evidenziando come “oggi celebrare il 25 aprile voglia dire riflettere sui valori fondanti della nostra Carta costituzionale, i valori  di libertà e  di democrazia, per cui il 25Aprile può dirsi essere la data fondativa della nostra Democrazia” perché il “sacrificio di migliaia di vittime ha permesso al Popolo italiano di riappropriarsi del diritto fondamentale e immanente alla libertà, alla giustizia e alla pace, tracciando così la strada  di  un regime costituzionale democratico”. 

Sempre il sindaco ha ricordato come “l’immane sacrificio umano che consentì al nostro Paese di aprire una nuova pagina di storia, quella della Repubblica democratica dove la sovranità appartiene al Popolo e dove i diritti del Popolo acquistano centralità nel vivere quotidiano”, e sottolineato come la celebrazione annuale della ricorrenza della Liberazione non possa assumere un valore meramente simbolico, ma ricopra un significato sempre  attuale e concreto in quanto è la celebrazione di tutti quei principi di uguaglianza e di solidarietà alla base delle nostre relazioni. Infine ha sottolineato come “celebrando la Liberazione si mantiene viva la memoria di uno dei momenti più drammatici e si contribuisce a trasmettere i valori della Resistenza che ha visto un popolo in armi per affermare il diritto alla  Pace”.

Sul caso è intervenuto oggi anche Giuseppe Bortone della Federazione Sinistra Italiana Latina/Formia. “La mancata esecuzione di ‘Bella Ciao’ a Formia, nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, all’esito delle disposizioni censorie date dall’Amministrazione Comunale di destra alla banda musicale che ha accompagnato la manifestazione pubblica, così come è dato leggere dalla stampa, costituisce un grave e inammissibile atto antidemocratico. La censura di ‘Bella Ciao’, oramai e da tempo patrimonio collettivo e simbolo della Resistenza e dell’antifascismo, rappresenta un brutto e triste momento per la città di Formia, un’offesa esplicita e un palese atto di dispregio verso quanti, con la lotta partigiana, con il loro sacrificio e a costo della vita, hanno combattuto per liberare l’Italia dal nazismo e dal fascismo. Un’offesa alla memoria di quanti, anche a Formia, hanno tragicamente perso la vita per mano nazifascista. Le sole parole e i discorsi di circostanza non rendono alcuna giustizia alla memoria della Liberazione e all’antifascismo”.
 

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