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Chi è Francesco Rocca, candidato del centrodestra alla presidenza della regione Lazio

Laureato in legge, ha esercitato la professione sino al 2003. Dal 2013 ha ricoperto il ruolo di presidente della Croce Rossa Nazionale, nel mezzo incarichi direttivi nella sanità

"Mi ritengo un uomo fortunato perché ho un osservatorio privilegiato su quello che accade nel mondo ma soprattutto perché, con il mio impegno quotidiano, posso intervenire in favore di chi ha bisogno e dare voce alle tante, troppe vulnerabilità esistenti".

Queste le parole che Francesco Rocca ha scelto per la sua presentazione sul sito della Croce Rossa, organizzazione di cui è stato presidente per quasi 10 anni. È stato, perché dal 19 dicembre Rocca non ricopre più l'incarico: ha dato le dimissioni "perché ho scelto di mettermi a disposizione del territorio", nello specifico - anche se manca ancora l'ufficialità - ha accettato di rappresentare il centrodestra nella corsa alle elezioni regionali del Lazio del 12 e 13 febbraio.  

"Come esperto di sanità pubblica, penso di poter portare un valore aggiunto: ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente", ha detto Rocca nella lettera aperta pubblicata sul sito della Croce Rossa in cui si congeda ufficialmente. Una missiva in cui ha voluto chiarire che "ho voluto allontanarmi dal mio ruolo subito per evitare ogni possibile strumentalizzazione e per proteggere la nostra associazione e tutti voi. So che alcuni non saranno felici di questa decisione. prosegue Rocca - ma la vita è fatta di bivi e nel momento in cui un indimenticabile percorso sarebbe volto comunque al termine, ho voluto percorrere una strada nuova dove, tuttavia, le mie capacità possano ancora essere al servizio della comunità".

Centrodestra pontino compatto: “Quella di Rocca una candidatura di alto profilo”

Dagli studi in legge alla direzione del Sant'Andrea

Nato a Roma il 1 settembre 1965, Rocca è diventato presidente nazionale della Croce Rossa Italiana nel 2013, e ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Laureato in legge, ha esercitato la professione di avvocato dal 1990 al 2003, e nella seconda metà degli anni '90 si è occupato di processi di mafia, un impegno che lo ha costretto a vivere sotto scorta per cinque anni.

Nel corso degli ultimi 25 anni ha ricoperto diversi incarichi: presidente dell’Ipab “Asilo della Patria” dal 1996 al 2003, commissario dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma dal 2002 e, sino al 2007, direttore generale. È stato anche componente del consiglio d’indirizzo dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani dal 2007 al 2010 e del nucleo valutazione dell’Istituto Nazionale Tumori – IRCSS Fondazione Pascale di Napoli dal 2005 al 2009. Infine, è stato commissario straordinario della Asl Napoli 2 nel 2011 e direttore Generale dell’IDI nel 2017: esperienze che, deve avere pensato la coalizione di centrodestra, lo rendono un candidato ideale da contrapporre al candidato presidente del centrosinistra, l'assessore uscente alla Sanità Alessio D'Amato.

Gli anni di volontariato e la presidenza della Croce Rossa

Rocca si è avvicinato al volontariato sin dai primi anni degli studi in legge, prima al fianco del Jesuit Refugee Service, poi con la Caritas, infine con la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo.

Eletto per la prima volta presidente nazionale della Croce Rossa Italiana nel gennaio 2013, in quello stesso anno, durante l’assemblea generale a Sidney, è stato eletto vice presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. L'incarico di presidente gli viene rinnovato una prima volta nel maggio 2016, una seconda a maggio 2020.

"Voglio fare una promessa solenne - ha scritto nella giornata in cui ha dato le dimissioni - in questo nuovo viaggio, in questo nuovo capitolo della mia vita, non userò la Croce Rossa per fini elettorali né permetterò che qualcuno lo faccia. Rimarrò sempre, invece, un volontario Cri che aderirà fermamente ai suoi principi, portandoli con me nelle istituzioni".

La condanna per spaccio

Sul passato di Rocca c'è anche un'ombra che spesso ha allontanato la sua candidatura. Parliamo di una condanna per spaccio di stupefacenti, per fatti risalenti a quando il neocandidato aveva 19 anni e fu arrestato dai carabinieri. Condannato a tre anni e due mesi di reclusione e 7 milioni di euro di multa, l'anno dopo ebbe due mesi di sconto dalla Corte d'appello. "Bisogna imparare dagli errori e migliorarsi ogni giorno che passa. L'umanità è fragile e ogni individuo può sbagliare", ha sostenuto lo stesso Rocca nel momento in cui prese la guida della Croce Rossa Internazionale, parlando di quella condanna per spaccio.

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