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Il caso

Quattro mesi per ricevere dalla Asl dispositivi per la sopravvivenza di un paziente

L'uomo, residente in provincia di Latina, è stato dimesso ad Aprile dal Gemelli dopo un intervento altamente invalidante. Ha bisogno urgente di ausili per la riabilitazione respiratoria. Sul caso interrogazione del consigliere Simeone

Quattro mesi per ricevere dalla Asl di Latina la fornitura di ausili indispensabili, necessari e urgenti a garantire una migliore qualità della vita nonché e un processo di riabilitazione senza il quale è impossibilito anche a comunicare. E’ quello che è accaduto a un uomo di 72 anni residente in provincia di Latina sottoposto a marzo di quest’anno ad un invasivo intervento per “laringectomia totale e svuotamento latero cervicale bilaterale dei livelli II – IV, emitiroidectomia destra, tracheostomia, fistolizzazione tracheo- esofagea, posizionamento di protesi fonatoria provox.

 A segnalare il caso è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Giuseppe Simeone. "E’ inaccettabile - commenta il consigliere pontino di FI - che si debbano attendere mesi per la fornitura di servizi e presidi indispensabili alla cura, alla salute e alla vita. Per questo ho depositato una interrogazione urgente a risposta immediata chiedendo al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato le ragioni per cui dopo ben quattro mesi e la richiesta formale di ausili sanitari da parte del policlinico Gemelli, la Asl di Latina non ha provveduto a fornire al paziente i presidi necessari alla cura. L’interrogazione è stata depositata dopo i tentativi di interloquire con la dirigenza della Asl di Latina per le vie brevi, in data 26 luglio, e la nota urgente inoltrata al direttore generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli e al direttore sanitario Sergio Parrocchia. La nota è stata inoltrata anche per le vie brevi, con messaggio wapp, al direttore sanitario della Asl di Latina, che mi ha risposto che “I presidi sono già stati autorizzati e si sta procedendo all’acquisto” aggiungendo che 'il paziente verrà informato direttamente dagli uffici preposti'"’.

L'uomo, a seguito della laringectomia totale, può respirare solo grazie allo stoma che fa sì che venga meno la funzione protettiva di filtraggio e umidificazione dell’aria inspirata da parte delle cavità nasali, esponendo l’albero tracheo bronchiale al rischio di patologie infiammatorie che possono essere molto gravi e invalidanti. L’intervento ha comportato l’asportazione delle corde vocali, con conseguente impossibilità a comunicare verbalmente, e la creazione di un tracheostoma permanente. I primi giorni di aprile 2022, dopo le dimissioni dall’ospedale, lo specialista del Policlinico Gemelli di Roma ha inoltrato, all’attenzione del direttore sanitario della Asl di Latina una nota dettagliata nella quale si chiede la fornitura per il paziente del materiale necessario alla riabilitazione fonatoria nonché alla stessa sopravvivenza, considerato che l’intervento a cui è stato sottoposto, senza le cure di mantenimento adeguate, gli impedirebbe di respirare.  

"Ad oggi, dopo ben 120 giorni dalla notifica della richiesta di fornitura degli ausili sanitari - spiega ancora il consigliere Simeone - l’uomo, nonostante le richieste avanzate dalla famiglia non ha ancora avuto la possibilità di accedere ai dispositivi necessari. Le non risposte della Asl di Latina confermano che il paziente dovrà ancora attendere per vedere riconosciuto il proprio diritto alla fornitura di presidi salva vita e indispensabili oltre che alla procedura di riabilitazione allo stesso raggiungimento di una migliore qualità della vita piegata da una patologia e da un intervento altamente invalidante”.

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