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Il caso

Sindaci per Draghi, Coletta chiarisce: "Mai firmato quella petizione"

La replica alla polemica del senatore Calandrini che aveva accusato l'ex sindaco senza verificare

Il sindaco di Latina replica alle accuse mosse dal senatore di FdI Nicola Calandrini e chiarisce. Il caso è stato sollevato dall'esponente del centrodestra perché il nome di Coletta compariva, pur essendo decaduto nella sua carica per effetto della sentenza del Tar, nell'elenco dei primi cittadini che hanno firmato la petizione a sostegno di Mario Draghi. 

Pronta arriva la risposta di Damiano Coletta, che non le manda a dire all'avversario politico: "Di sciocchezze se ne leggono tante - scrive sul suo profilo Facebook - ma questa è una delle più grandi degli ultimi mesi. Secondo il senatore Calandrini avrei commesso un gravissimo abuso firmando, nonostante fossi decaduto, una petizione pro-Draghi insieme ad altri mille sindaci di tutta Italia. Peccato, per il senatore Calandrini ovviamente, che quella petizione io non l’ho mai firmata, proprio perché decaduto e perché ho un profondo senso delle Istituzioni. È evidente che il mio nome era finito in automatico in un elenco di sindaci non aggiornato avendo ricoperto la carica fino a dieci giorni fa. Insomma, bastava una semplice verifica per accertarlo, anche con i promotori dell’iniziativa o con il sottoscritto. Invece è stata preferita la solita sterile polemica, spesso urlata, che non porta alcun valore aggiunto alla città. D’altronde mi rendo conto che da una certa parte politica il primo e unico pensiero che hanno è gettare discredito su di me con qualsiasi mezzo. Coletta di qua, Coletta di là. È proprio un’ossessione la loro. Io invece ho in mente solo una cosa: il bene della nostra città" E scanso di equivoci - aggiunge l'ex primo cittadino - ho già chiesto di essere rimosso da quell’elenco".

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