Il ministro dell’Istruzione a Latina, Valditara: “Questa è la nuova scuola che vogliamo”
L’intervento nel corso del convegno "PNRR: PIANO SCUOLA 4.0, Ambienti di Apprendimento Innovativi" promosso dalla Lega. Valditara: “Il rilancio della scuola passa per gli investimenti. Far tornare centrale la figura del docente”
“E’ questa la scuola che vogliamo”: a parlare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara intervenuto a Latina nel corso di un convegno promosso dalla Lega, nelle persone della deputata Giovanna Miele e del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. All’incontro, dal titolo “PNRR: PIANO SCUOLA 4.0, Ambienti di Apprendimento Innovativi” che si è tenuto all'hotel Europa, hanno preso parte, come relatori, anche il senatore Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura, Istruzione pubblica, sport di Palazzo Madama, Pina Cochi componente dell'ufficio di gabinetto del Ministro dell'Istruzione e del Merito, Laura Pazienti che ha contribuito alla stesura del piano Italia Domani, Roberta Venditti, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Frezzotti-Corradini e Ugo Vitti, dirigente scolastico dell’IIS San Benedetto.
“Da ministro - ha detto Valditara - ho posto al centro il tema delle risorse e l’ho fatto in modo concreto perché qualsiasi rilancio della scuola non può prescindere dagli investimenti. Il Pnrr è e sarà importantissimo, ma nel 2026 finisce, e in gran parte parliamo di fondi per l’edilizia, la sicurezza, per nuovi laboratori, per il digitale o l’intelligenza artificiale. E quindi la grande sfida è quella di portare questo tema del finanziamento per la scuola sul piano internazionale perché più si investe nella scuola e sulla ricerca e più cresce il Pil”. Ma c’è anche un altro punto su ci si è soffermato il ministro. “Aver denominato il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha un senso profondo: è la sfida dell’ascensore sociale, quella di riprendere in mano la capacità della scuola di far sì che chi nasce in condizioni disagiate possa poi farcela nella vita. E il passaggio chiave per il rilancio della scuola credo sia quello di rimettere al centro la figura del docente sottolineandone l’autorevolezza e preservandone l’autorità. Non si può pensare che nelle classi italiane ci siano dei ragazzi che sparano ad un insegnante, lo spintonano, lo filmano e poi lo deridano sui social. Bisogna recuperare la cultura del rispetto, verso i docenti, gli altri studenti e le cose”. Il punto per il ministro è quello di valorizzare la persona e il merito con una didattica personalizzata, attenta a valorizzare talenti, abilità e differenze, con il coinvolgimento delle famiglie.
Sul fronte investimenti, poi, Valditara ha parlato di risorse per cinque miliardi di euro per le scuole italiane, per la riqualificazione, l’edilizia, la sicurezza e l’abbattimento delle barrire architettoniche - fondi che arrivano dal Pnrr e non solo -, con 735mila euro che sono stati messi già a disposizione del Lazio dal nuovo Governo. C’è poi la sfida della “semplificazione” per agevolare "tutti quelli che lavorano nella scuola, a tutti i livelli", e il problema del piano del reclutamento: “bisogna investire per avere docenti qualificati anche e soprattuto per i ragazzi fragili. Questo significa farsi promotori di una scuola che sia di tutti”.
Durante la partecipazione del ministro al convegno c’è stata la protesta dei ragazzi della Rete degli Studenti Medi che si sono radunati all’esterno dell’hotel Europa per manifestare il loro “dissenso nei confronti di questo modo di intendere l’istruzione, fatto di merito, di umiliazione, di prevaricazione e di profitto” ma che non sono riusciti ad incontrare Valditara.
Nel corso del convegno è intervenuto anche il senatore Marti: “Addio alle vecchie aule scolastiche, gli ambienti in cui far studiare i nostri figli devono essere innovativi, connessi e digitali, prevedere nuove metodologie di insegnamento e apprendimento e lo sviluppo di competenze trasversali funzionali ad assecondare i cambiamenti dettati dalla transizione digitale che stiamo vivendo” ha detto. “L'innalzamento dei livelli di istruzione nella popolazione - ha spiegato Marti - è fondamentale per stimolare la competitività del sistema economico, ancor di più se consideriamo che l'Italia è fanalino di coda in Europa. In una società che cambia non possiamo continuare a pensare alla scuola alla vecchia maniera. La nostra nuova sfida è modernizzare gli ambienti scolastici. Il Piano Scuola 4.0 - ha detto ancora l'esponente della Lega - è uno strumento di supporto per le azioni che verranno realizzate dalle scuole - nel rispetto dell’autonomia didattica, gestionale e organizzativa - per la realizzazione di nuovi ambienti di apprendimento a partire dalla riorganizzazione degli spazi. Un intervento che va a completare il processo già avviato con l’ampliamento dell’offerta formativa delle scuole, per renderle più aperte al territorio e rispettose delle necessità delle famiglie, e per garantire alle donne migliori possibilità di accedere e più agevoli possibilità di lavorare, conciliando anche le esigenze familiari. Una prima cospicua tranche di investimenti è stata destinata agli enti locali per interventi di edilizia scolastica, partendo dall’aumento dei posti disponibili negli asili nido e dalla estensione del tempo pieno e del servizio mensa, anche con la ristrutturazione di circa 1.000 edifici entro il 2026, fino al potenziamento delle palestre e di altre strutture sportive scolastiche. Ora passiamo al secondo step con il piano Scuola 4.0, con 'aule' concepite in modo più moderno, non solo da un punto di vista strutturale, ma anche grazie al potenziamento di laboratori per le professioni digitali. Siamo ben consapevoli che il Pnrr non risolverà i problemi atavici della scuola ma potrà dare una forte spinta al cambiamento. Stiamo mettendo davvero in campo ogni energia possibile, e l’ennesimo esempio – ha concluso il senatore - è il provvedimento in discussione al Senato, il milleproroghe, con il quale vogliamo offrire soluzioni concrete capaci di restituire dignità agli insegnanti e a tutto il mondo della scuola”