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Sfiducia sindaco di Sonnino, Cetrone: “Impossibile dialogare con lui”

Il consigliere Gina Cetrone sulla crisi politica dopo la sfiducia della maggioranza al neoeletto primo cittadino Magnarelli: “In democrazia i numeri rappresentano la volontà popolare”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

“Era prevedibile che la sfiducia elargita all’ormai ex sindaco di Sonnino innescasse una sorta di reazione a catena, soprattutto da chi si sente colpito e vuole strumentalmente alzare cortine fumogene per nascondere alcune responsabilità politiche gravi.

Affermo subito, affinchè queste poche righe non siano oggetto di strumentalizzazioni, che nella vicenda che ha portato Magnarelli a essere candidato e poi a vincere le elezioni amministrative, ho una responsabilità enorme, perché l’ho proposto io al coordinatore provinciale del Pdl.

Alle elezioni amministrative non mi dovevo candidare e soltanto su pressione dello stesso candidato a sindaco e a poche ore dalla scadenza della consegna delle liste, ho accettato la proposta.

Una decisione che ho adottato per spirito di servizio verso il mio Partito, nei confronti del candidato che avevo contribuito a individuare e per l’enorme rispetto che ho per i cittadini di Sonnino, di ogni appartenenza politica.

Con Magnarelli si pensava di aver individuato un giovane con ampi orizzonti politici, propenso al dialogo, alla mediazione, al rispetto delle componenti politiche che lo avevano con sacrificio sostenuto in una dura e vittoriosa battaglia elettorale.

Sbagliavo e forse sbagliavamo tutti: Magnarelli all’indomani del suo giramento e indossata la fascia tricolore , si rinchiudeva all’interno di un ragionamento che nulla ha avuto di politico, amministrativo e democratico, battezzandosi il genius loci del Palazzo comunale, mentre i “soldati” che erano stati utilissimi affinchè la battaglia si vincesse divenuti di botto inaffidabili e incapaci.

Il Comune di fatto diveniva “cosa sua”: lo apriva e chiudeva (materialmente), ispezionava le truppe degli impiegati, presiedeva pseudo commissioni per assunzioni di personale precario, istruiva le richieste di contributi confezionate con un pressappochismo inaudito rispetto alle esigenze del Paese, dei cittadini e di quanto sostenuto in campagna elettorale.

Esaustive sono le dichiarazioni da lui rilasciate alla stampa il 14 luglio, nelle quali testualmente ammette: ”Non ho tessera di partito, non ho colore politico e questa mia connotazione era ben nota a tutti, ho partecipato alle elezioni creando una mia lista civica ed una mia associazione culturale e sono andato avanti cosi. Poi determinati soggetti tesserati con determinati partiti, sono stati da me inseriti nella mia lista. Una volta eletto applicando la legge ho fatto il Sindaco nominando, come previsto dalla legge gli assessori. Ho nominato assessori per persone che ho ritenuto opportuno …” .

Mentre questo accadeva, alla faccia delle prerogative di legge e della più elementare democrazia partecipativa, la sua umile maggioranza attendeva paziente nei corridoi del Palazzo comunale di essere ricevuta per discutere di politica e d’indirizzi amministrativi da conferire all’azione di governo.
Nel frattempo il nostro ex sindaco continuava a rimanere chiuso nella sua torre d’avorio, e di tanto in tanto lasciava filtrare ultimatum, editti, messe al bando, il tutto, è chiaro, a norma di legge.

Come l’ultima dichiarazione rilasciata alla stampa: “La politica locale è marcia”. Un’affermazione d’inaudita gravità alla quale Magnarelli, uomo di legge, deve dar conto: prima di tutto alla sua ex maggioranza che l’ha portato a indossare la fascia di Primo cittadino, poi ai cittadini di Sonnino e non per ultimo alla Procura della Repubblica di Latina.

Perché se l’ex sindaco nei suoi 60 giorni di ispezione delle carte amministrative ha trovato omissioni, mancanze o ancora più grave, ruberie, ha l’obbligo di andare immediatamente alla Procura della Repubblica e denunciare i fatti riscontrati, altrimenti deve tacere accettando la democratica scelta fatta dalla maggioranza del Consiglio comunale e ritornare alla sue occupazione di stimato professionista.

Se poi, come in questi giorni sta promozionando, anche con l’ausilio di qualche sua benemerita associazione che opera in Paese, di nuovo candidarsi alla carica di sindaco deve aver presente che il corpo elettorale sonninese ha conferito 1.614 voti al Pdl, 161 a La Destra, 72 alla Lega.
I consensi dei suoi fedeli sostenitori dell’Udc sono stati invece 247, che sommati a quelli di una candidata che porta lo stesso cognome e a quelli d’immagine (?) raggiungono il totale di 546 voti, spalmati su quattro candidati.

Ritengo che proprio la mancata lettura di questi dati abbia fuorviato la sindacatura Magnarelli, che forse si è sentito in grado di fare a meno degli eletti e operare in solitaria o con soggetti scelti intuitu personae.

Sono certa che dopo quest’accadimento inizierà a prendere contatto con tutti i cittadini di Sonnino per spiegare loro che i 2094 che hanno votato il Pdl, La Destra e la Lega si sono sbagliati, e che è Lui l’unico depositario della capacità di risollevare le sorti della comunità”.

Così in una nota l’onorevole Gina Cetrone

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