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Il provvedimento / Cisterna di Latina

Crisi idrica: a Cisterna scatta il divieto contro lo spreco dell’acqua potabile. L’ordinanza

Il provvedimento valido fino al 30 novembre; quali dono le disposizioni e le eventuali sanzioni

Aumenta il numero dei Comuni della provincia di Latina che stanno prendendo dei provvedimenti per fronteggiare la crisi idrica di queste settimane. Questa mattina, infatti, anche il sindaco di Cisterna, Valentino Mantini, ha firmato l’ordinanza, con effetto immediato, contro lo spreco di acqua potabile.

Divieto degli usi impropri e non essenziali dell’acqua proveniente dalpubblico acquedotto, limitazione dell’uso della risorsa idropotabile”: questo l’oggetto del provvedimento valido fino al 30 novembre. Visto il decreto del presidente della Regione Lazio del 22 giugno scorso, con il quale è stato dichiarato lo “stato di calamità naturale” a causa della grave crisi idrica dovuta alla prolungata assenza di piogge, e considerata la nota dell’Ente di Governo Ambito Territoriale Ottimale Lazio Meridionale–Latina, Egato 4 su un “uso consapevole della risorsa idrica destinata al consumo umano”, considerata l’importanza di realizzare un’azione di previsione e prevenzione finalizzata a scongiurare restrizioni all’erogazione del servizio idrico, il sindaco di Cisterna ha disposto su tutto il territorio comunale l’assoluto divieto di utilizzo dell’acqua potabile proveniente dalla rete di distribuzione comunale per gli usi diversi da quello stabilito nel contratto di fornitura; per l’irrigazione e innaffiatura di orti, giardini, prati e campi sportivi privati, vasi e altre superfici a verde; per il riempimento di ogni tipo di piscina mobile o da giardino, fontane e vasche; per il lavaggio di automobili, cicli, motocicli, eccetto gli impianti autorizzati; per il lavaggio di corti, piazzali e strade.

Vietato anche il prelievo di acqua da fontane pubbliche per usi non diretti e immediati, per riempire cisterne o botti, per rifornire locali privati mediante l’utilizzo di tubi di gomma e/o altro; come pure è vietato ogni altro utilizzo improprio della risorsa, diverso da quello alimentare, domestico, per l’igiene personale e per uso medicale. Sono esclusi gli innaffiamenti, che comunque devono essere eseguiti, dei giardini, delle piante e dei parchi ad uso pubblico e le aree cimiteriali, nonché i servizi pubblici di igiene urbana. 

Per chi non rispetta le disposizioni, la canzone va dai 25 ai 500 euro. Il testo integrale dell’Ordinanza è consultabile all'Albo Pretorio on-line.

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