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Soppressione Province, De Amicis voce fuori dal coro: “Vanno chiuse”

La posizione del segretario provinciale dell'Idv stona rispetto a quella della politica locale: "Le Province devono essere abolite perché hanno una spesa complessiva di 16 miliardi di euro"

È sicuramente una voce fuori dal coro la sua. “Le Province vanno chiuse”. È questa la posizione del segretario provinciale dell’Idv Enzo De Amicis che interviene duramente nella questione della soppressione delle Province che, stando ai criteri stabiliti dal Governo, vedrebbe Latina essere accorpata a Frosinone.

Per De Amicis le Province sono “soltanto un grande strumento di potere per i partiti ed uno stipendificio per migliaia di persone di apparato. Non si può di fronte ad una crisi economica dai caratteri quasi irreversibili ridurre questo taglio della politica ad una misera disputa di potere politico”.

“Lo sforzo che invece tutti dovrebbero fare – continua - è tentare di riconoscere l’interesse generale, diversificato e plurimo, all’interno di un disegno oggettivo di risanamento dei costi della politica. Tutti i partiti dopo averlo anche detto devono avere la consapevolezza dei limiti delle proprie richieste di bottega e devono tendere ad autodisciplinarsi”.

E di certo non le manda a dire il segretario provinciale Idv, secondo il quale “le Province devono assolutamente essere abolite perché hanno una spesa complessiva di 16 miliardi di euro. Di essi il costo complessivo del personale ammonta a circa 2 miliardi di euro. 4 miliardi sono classificati nella funzione “Amministrazione gestione e controllo” e s tratta in larga parte degli Uffici di supporto al funzionamento della struttura politica. Oltre alle indennità e gettoni di presenza che arrivano a costare 100-200 milioni di euro all’anno”.

“E non si venga a dire che con la soppressione delle Province si perdono competenze amministrative indispensabili per il territorio – sottolinea -:

1) Per quanto riguarda la gestione delle strade Provinciali già in molte Regioni sono state istituite società Regionali, di cui sono socie le Province, che di fatto non svolgono piu’ direttamente il lavoro (Es. Veneto).
2) Scuole Superiori: spesso in larga parte concentrate nei Comuni Capoluogo. Pertanto la loro gestione sarebbe facilmente trasferibile ai Comuni.
3) Controlli ed autorizzazioni in materia ecologica: ogni Regione ha già un organismo denominato ARPA, al quale potrebbero essere affidate tutte le competenze già in capo alle Province.
4) Approvazione Piani Urbanistici Comunali: solo poche Regioni ne hanno trasferito al competenza alle Province.
5) Per quanto riguarda il personale delle Province si tratta solo di riassorbire quella parte che oggi è di supporto all’apparato politico, ciò che potrebbe avvenire nel giro di qualche anno attraverso il turnover”.

“Penso che i partiti debbano capire tutto questo e sforzarsi di guidare questo processo di crisi preoccupante con un taglio vero dei costi della politica - chiosa De Amicis -. L’involuzione del dibattito rispetto al mantenimento di qualche privilegio economico e di potere non farà altro che allontanare sempre più il cittadino dalle Istituzioni”.

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