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Rifiuti / Aprilia

Un termovalorizzatore ad Aprilia: presentato il progetto da 410 milioni di euro

Il progetto della società Crea Plant (Gruppo Altissimi) per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e teleriscaldamento con impiego di rifiuti combustibili

Un termovalorizzatore ad Aprilia, sul modello di Brescia e Copenaghen. E’ stata presentata dalla società Crea Plant (Gruppo Altissimi) la Paur per la realizzazione di un nuovo impianto di produzione di energia elettrica e teleriscaldamento con impiego di rifiuti combustibili. Il progetto è ad iniziativa privata per un valore di circa 410 milioni di euro.

Il progetto della Crea Plant, viene spiegato attraverso una nota, “prevede l’utilizzo di soli rifiuti derivanti dallo scarto del trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata ma che non sono in alcun altro modo riciclabili, e gli scarti provenienti da altri impianti di trattamento rifiuti che attualmente trovano destinazione verso discariche italiane o estere, se non restano addirittura stoccati per mesi sui piazzali di stoccaggio di molti impianti, senza trovare un’adeguata collocazione”.

“I rifiuti trattabili annualmente (circa 437.000 t/anno), saranno destinati ad una forma di recupero e nel contempo influiranno sulla diminuzione dei conferimenti in discarica. L’impianto utilizza le migliori tecnologie disponibili per produrre energia elettrica (per una capacità di 220 MWt), e per il recupero delle polveri e delle ceneri (recuperate per il 97%) derivanti dalla combustione evitando emissione in atmosfera di macro e microinquinanti”.

Come altri impianti, quello di A2A a Brescia o quello di Copenaghen, aggiungono ancora dalla società, l’impianto è anche in grado di fornire acqua calda alla cittadinanza del territorio di Aprilia. La struttura “è stata disegnata per non avere un impatto significativo sull’ambiente, ricoperta di verde e dalle forme armoniose che ne mimetizzano il complesso” ha aggiunto ancora la società che ha spiegato di voler rendere la cittadinanza partecipe; da qui la scelta di trasformare la compagine societaria, dopo l’approvazione del progetto e prima della sua realizzazione, in società per azioni ad azionariato diffuso, con la possibilità per ogni cittadino di acquisire azioni e diventare così parte attiva del progetto e della gestione.

Il progetto, conclude la nota di presentazione del progetto, “non inciderà in senso sfavorevole al raggiungimento degli obiettivi relativi all’aumento della raccolta differenziata o al raggiungimento di più alte percentuali di riciclo di materiali, ma si inserirà in un contesto in cui contribuirà al raggiungimento dell’equilibrio e dell’efficientamento impiantistico della gestione dei rifiuti, e contribuirà al raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica della provincia di Latina, e alla chiusura del ciclo dei rifiuti, consentendo il massimo sfruttamento del principio di prossimità, con indiscutibili vantaggi economici (per tutti gli operatori di settore, per i comuni e anche per i cittadini per i riflessi che solo un sistema integrale di gestione dei rifiuti comporta sulla Tari oltre che pratici nella gestione dei rifiuti, anche nell’ottica della futura entrata in funzione delle Egato”. 

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