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Termovalorizzatore alla Corden Pharma, la replica della Femca Cisl

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

"Apprendiamo  dagli organi di stampa notizie che pongono, con rilevanza, il problema di gravi guasti ambientali che starebbero nascendo a Sermoneta, e nel suo interland, a causa delle nuove autorizzazioni concesse per il termovalorizzatore della Corden Pharma.

Secondo gli estensori degli articoli, una sorta di bomba ecologia pronta ad esplodere, in barba ad ogni garanzia e tutela dei cittadini, dei lavoratori e, soprattutto, dell'ambiente circostante.
Siamo stupiti perchè in questo nostra strano Paese, ogni giorno di più, si dimostra l'incongruenza nell'azione degli amministratori e delle amministrazioni; tutto diventa opinabile, quello che autorizza la mano destra è contestato da quella di sinistra, il passo compiuto dal piede sinistro è immediatamente stoppato dal piede destro.

Non esistono più punti di riferimento, certezze o persone che si assumono le proprie responsabilità. E a rischiare di farne le spese sono i cittadini comuni, nella fattispecie i lavoratori, proprio come quelli del caso Corden Pharma che hanno pagato un prezzo durissimo, nel recente passato, per tenere aperto il loro stabilimento. Questo grazie anche ad un sindacato responsabile che ha saputo controllare le forti tensioni che stavano emergendo a fronte di alcune centinaia di licenziamenti annunciati. Un lavoro fatto di equilibrio e responsabilità che sta permettendo allo stabilimento di ripartire con il ritmo giusto.

Fa male oggi assistere a sceneggiate politiche che, spesso, si basano sul sentito dire o su informazioni parziali, senza risalire alle fonti, che rischiano di minare le attività perchè non si rendono conto della complessità del mondo che gira intorno ad una impresa ed ai lavoratori che ne sono parte integrante.

Per il sindacato la difesa del posto di lavoro deve coniugarsi con quella dell'ambiente di lavoro, e dell'ambiente circostante in cui la fabbrica opera, in un discorso di attiva sinergia che veda tutti coinvolti: istituzioni, aziende, lavoratori e loro rappresentanti. Non possiamo quindi accettare  facili populismi, disinformazione o quanto altro di peggio possa essere scritto su questa vicenda, in modo superficiale ed approssimativo. Se l'azienda ha tutti i permessi proceda, se non li ha li richieda, anche se sappiamo bene che dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Latina sono stati concessi tutti i nulla osta dopo un iter durato, non pochi e frettolosi mesi come si legge negli articoli, ma circa due anni di tempo. Ci chiediamo chi abbia interesse a delegittimare, in questo modo, l'istituzione provinciale e regionale.

Ci domandiamo: se Corden Pharma avesse avuto la possibilità di lavorare i propri reflui al 100% della potenzialità impianto, come è avvenuto per decenni quando si chiamava Bristol-Myers Squibb, si sarebbe parlato oggi  di "bomba ecologica pronta ad esplodere?"

Allora qual'è il vero problema che si nasconde dietro questa improvvisa levata di scudi? Ci sono forse strascichi legati alle elezioni comunali di Sermoneta, che hanno bocciato qualche personaggio che ora sta cercando di fare alzare polveroni "pro domo sua"?

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