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E-book, a che punto siamo?

La rivoluzione digitale vive una fase di stallo, nonostante gli investimenti. Risibili i dati delle vendite di ebook nel bilancio degli editori scolastici e troppo spesso i libri digitali risultano essere versioni in formato Pdf degli originali. Ma qualcosa sta cambiando

Dopo l'introduzione nelle scuole della lavagna interattiva multimediale l'e-book avrebbe dovuto rappresentare il tassello della rivoluzione digitale nel mondo dell'istruzione, ma non tutto è andato secondo i piani. Alla vigilia del nuovo anno scolastico, a 5 anni dalla circolare Carrozza che sanciva la liberalizzazione dei testi scolastici, il libro digitale resta ancora una rarità.

Ebook, i risparmi per le famiglie

La rivoluzione digitale nelle scuole era partita accompagnata dall'effetto "wow" legato anche ai risparmi di cui le famiglie avrebbero beneficiato grazie ai tomi digitali. Eppure fin da subito l'amore per l'ebook scolastico ha mancato il decollo. Nel 2016, due anni dopo la circolare del ministero dell'istruzione, solo l'1% dei libri usati a scuola era esclusivamente digitale mentre la maggior parte dei volumi usati dagli studenti era in formato misto. Inoltre solo due ragazzi su dieci accedevano ai contenuti multimediali online offerti dagli editori.

Ma con gli ebook si risparmia? Certamente le versioni digitali costano meno, ma alla cifra netta andrebbero aggiunti il costo del tablet e quello dell'abbonamento ad una connessione visto che manca il wifi in molte scuole. E niente banchetti dell'usato: le edizioni digitali sono legate all'utente che ha scaricato l'ebook.

Sul tema del digital divide non c’è ministro all’Istruzione degli ultimi cinque governi che non abbia messo in primo piano la necessità di far avanzare la tecnologia nelle classi: ad oggi alla voce "digitale" sono state indirizzate risorse per due miliardi di euro a partire dal 2008 quando Mariastella Gelmini investì 93 milioni di euro nelle lavagne interattive. Come chiarisce una inchiesta dell'Espresso meno della metà delle aule italiane oggi ha una lavagna multimediale. Solo il 6,1 per cento ha un proiettore interattivo, molto spesso "in standby" perché l'istituto non ha i fondi per la manutenzione. L’ex ministro Stefania Giannini pose poi l’urgenza nel portare la connessione a banda larga nelle scuole con 103 milioni di euro stanziati dal Miur. Poi sono serviti 10 milioni di euro per pagare le bollette.

Intanto i libri digitali, nonostante l'obbligo per legge dal 2014, sono raramente sfruttati. Nel suo ultimo bilancio, uno dei principali editori per la scolastica, Mondadori, sancisce didascalico: "Il venduto dei libri in formato digitale si conferma non significativo".

Uno studio di un ricercatore italiano, Marco Gui dell'università Bicocca fornisce una stima dettagliata dell'impatto di tre diverse tecnologie digitali (lavagne interattive, connessioni wireless e dispositivi mobili) sull'apprendimento della lingua italiana e della matematica nelle scuole secondarie italiane. L'analisi condotta tra il 2010 e il 2014 mostra come non emergano effetti significativi nel livello dell'apprendimento dopo l'introduzione di questi strumenti.

Perché la scuola digitale non decolla

L’uso della lavagna interattiva multimediale doveva diventare fondamentale per la condivisione delle lezioni tra gli insegnanti, consentendo una strategia didattica tesa al coinvolgimento di tutti gli alunni e alla realizzazione di contenuti didattici digitali da parte degli allievi. Ma qualcosa non è andato come doveva.

La scuola digitale, grazie anche all'adozione di libri di testo in formato ebook avrebbe alleggerito gli zaini, favorito l’apprendimento degli studenti, arricchito di contenuti digitali e interattivi le lezioni, diminuito il consumo di carta e sopratutto fatto risparmiare le famiglie. Ma qualcosa non è andato come doveva.

Oggi nella maggioranza dei casi il libro di testo digitale è costituito da un file in formato pdf, trasposizione digitale del vecchio testo cartaceo. Al momento questa rivoluzione digitale convive con il mondo dell’editoria tradizionale eppure qualcosa si muove.

Il mercato dell'editoria digitale

Quest’anno le vendite dei prodotti digitali come gli e-book sono aumentate del doppio rispetto al precedente, mentre quelle dei libri cartacei hanno visto un crollo significativo che ha inciso negativamente anche sulle vendite delle librerie.  La tendenza all’acquisto degli e-book sta aumentando nel tempo come certificano i successi degli store digitali di Amazon e Google Play Books solo per citare i principali: nel 2017 il fatturato degli e-book è stato pari a 67 milioni di euro e il fatturato totale dell’editoria digitale è cresciuto del 19%.

La distribuzione digitale ha portato anche le aziende che operano in Italia a fornire sempre più servizi per la lettura dei libri in formato e-book, portando in netta diminuzione la scelta dell’acquisto dei testi sia formativi sia letterali in libreria. Un grande gruppo editoriale che sta scegliendo di utilizzare sempre più la distribuzione in formato digitale è Mondadori, che presenta anche il Mondadori Store e uno strumento per la lettura ossia il Kobo diretto competitor del kindle di Amazon e Sony. Sempre Mondadori ha registrato nel 2017 un incremento del 12,1% dei ricavi riconducibile al consolidamento della quota di vendite digitali di Rizzoli Libri. Ora non resta che attendere se, lentamente, la rivoluzione digitale abbraccerà anche la scuola. Con 5 anni di ritardo.

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