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“Barra-Jeff”, bum bum Latina: affondato anche il Barletta

Latina messo sotto da un Barletta mai domo. Barbuti e Carretta spaventano, ma al sopraggiungere dell'incubo pareggio ci pensa sempre lui: "marvelous" Barraco

Continua a vincere Pecchia in questa sua personalissima battaglia navale, ad affondare corazzate e – a volte – anche incrociatori di più piccola dimensione come il Barletta. Oggi pomeriggio i pugliesi hanno combattuto a suon di cannonate, sparate a salve (fortunatamente) da parte dei suoi bombardieri più importanti. Ma pur sempre le occasione per far male sono state create. All’11 Molina squarcia letteralmente la fascia destra nerazzurra, serve in mezzo Carretta che a porta vuota appoggia clamorosamente fuori. Barbuti al 18’, su imbeccata di Carretta, chiama Ioime al miracolo (è sopra le righe la prova del secondo nerazzurro). Insomma sulle prime battute il Latina ha stentato contro un Barletta ben messo in campo da mister Novelli; i pugliesi (con un manipolo di tifosi a seguito, ndr) hanno ben giocato in ripartenza, soprattutto con le scorribande di Carretta, che ha messo in seria difficoltà un’intera retroguardia nerazzurra, oggi assolutamente in affanno. Due occasioni troppo nitide lasciate passare così all’ultima della classe non sono un bel segnale. Pecchia lo sa (lo deve sapere), ma momentaneamente ringrazia.

E poi c’è la fase offensiva che continua a stentare. Danilevicius è chiamato a fare il grosso del lavoro (e lo fa pure bene! Niente da eccepire). Solo che se guardiamo alla voce tiri in porta, i numeri sono desolanti: tanta mole di gioco sì, ma la porta non si vede. Per annotare il primo serio tentativo di bucare Liverani dobbiamo attendere il 35’ quando è Marcello Coattafava a sparare un missile (su invito di Gerbo) che viene prontamente respinto. Troppo poco a parer nostro. Per una buona parte di primo tempo lo zar tocca (bene) pochissimi palloni, ma è poco innescato dai bravi orchestranti  nerazzurri che lo circondano; la manovra del Latina tende a voler aggirare l’ostacolo spostando l’equilibrio del gioco sulle fasce, ma senza costruire ponti con l’ariete lituano che (forse) soffre la mancanza di una seconda punta di movimento al suo fianco. È un’ipotesi. Ma allora? come si fa? Si fa come al solito: risolve tutto Dario Barraco, calciatore (classe ’85) che, oggettivamente, si trova a calzare una casacca da giocatore di prima divisione fin troppo striminzita. È lui il matador di questo piccolo grande Latina. Con quello di oggi siamo arrivati a 9 gol in campionato (e che gol), alla faccia di bomber e prime punte. Oggi anche capitano, quasi a voler rimarcare il suo ruolo strategico nell’undici nerazzurro. Difficile comprendere come un giocatore con numeri balistici alla Francesco Totti non abbia già raggiunto panorami calcistici più importanti. I numeri parlano per lui, le giocate che fa in campo anche. Al 18’ del secondo tempo oggi, Dario ha avuto la chance di mandare in visibilio il “Francioni” dopo l’atterramento in area di Schetter, sanzionato dall’arbitro col calcio di rigore; in un momento della partita, per altro, molto delicato con il Latina smarrito e senza bussola a cercare la via del gol. Dagli undici metri però il numero 7 nerazzurro ha calciato male e piano, con la palla finita addirittura fuori dallo specchio. Un brutto infortunio che sintetizza la giornata no dei nerazzurri. E invece quando pare che tutto giri per il verso sbagliato ecco la luce all’improvviso. È il 30’ del secondo tempo per la precisione, e a spingere l’interruttore è proprio lui, Dario Barraco, dalla sua mattonella preferita. Poco fuori l’area di porta lascia partire un destro balisticamente imprendibile; una parabola arcuata come solo lui sa fare che si infila sotto l’incrocio dei pali e fa esplodere letteralmente il cuore di un “Francioni” che fino a quel momento veniva logorato dall’ansia. L’apoteosi generale, per un uomo destinato a divenire simbolo della storia nerazzurra.

Un piccolo spazio, a ogni modo, va lasciato per tessere le lodi di un altro attaccante nerazzurro. Un piccolo plauso va rivolto a Jefferson Andrade Siqueira, che oggi ha ritrovato la via del gol dopo tanta ‘latitanza’ e sfortuna. Al di là della segnatura (un piattone da accomodare facilmente in rete a porta vuota) si registra la buonissima volontà del venticinquenne brasiliano di lottare su ogni pallone e di essere propositivo, quindi davvero utile alla causa nerazzurra. Se la strada imboccata è questa tutto il tempo passato ad aspettare il bomber brasiliano non sarà stato vano. Toccherà a lui riconfermarsi e cercare di mettere in difficoltà Pecchia sulla scelta della prima punta titolare. 

LATINA - BARLETTA 2-0

Latina: Ioime, Bruscagin, Giallombardo, Sacilotto, Cottafava, De Giosa, Barraco, Burrai, Danilevicius (41'st Agius), Gerbo (19'st Jefferson), Schetter (28'st Angelilli). A disp.: Bindi, Cafiero, Pagliaroli. All.: Pecchia

Barletta: Liverani, Romeo, Pippa, Piccinni, Camilleri, Di Bella, Carretta (34'st La Mantia), Prutsch (36'pt Meduri), Barbuti, Dezi (19'st Calapai), Molina. A disp.: Pane, Mazzarani, Meucci, Dall'Oglio. All.: Novelli

Arbitro: Mangialardi di Pistoia. Assistenti: Mertino di Torre Annunziata e Zuccaro di Napoli

Marcatori: 27'st Barraco, 43'st Jefferson

Note – Espulsi: 17'st Di Bella per fallo da ultimo uomo. Ammoniti: Prutsch, Barbuti, De Giosa, Schetter. Recuperi: 2'pt – 4'st. Al 17'st Barraco sbaglia calcio di rigore. Spettatori paganti: 2400. Incasso: 15.695 euro. Prima della gara osservato un minuto di silenzio per ricordare Carmelo Imbriani, l'ex allenatore del Benevento scomparso venerdì mattina.

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