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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Corvia e Scaglia decisivi. Dellafiore sontuoso. Le pagelle di Latina-Bari

Gol e prestazioni maiuscole per il jolly e l'attaccante nerazzurri. L'italoargentino impone la sua leadership trascinando anche i due compagni di reparto. Ottimo esordio di Nica

Un ottimo Latina supera il Bari e prova nuovamente a rilanciarsi mettendo da parte – si spera definitivamente – i dubbi e le angosce delle ultime settimane. È stata la vittoria del collettivo, delle scelte di Vivarini, dei veterani Corvia, Dellafiore e Scaglia, tra i migliori in campo. Bello e intraprendente nella prima frazione, forte e predisposto al sacrificio nella ripresa, per ammortizzare la reazione dei baresi. Il Latina di ieri ha dato più di una risposta a chi coltivava dubbi sulla squadra e sul suo allenatore, irrobustendone ulteriormente la posizione e dando ragione alla società, che in settimana aveva tenuto a confermargli pubblicamente la fiducia. Ora bisogna trovare la continuità, elemento sconosciuto ai pontini da troppo tempo. Ripartire dalla prova di ieri, soprattutto ripartire dall’atteggiamento messo in campo, può essere un buon punto di partenza.

Le pagelle

LATINA (3-4-3) Pinsoglio 6,5; Bruscagin 6,5 Dellafiore 7 Garcia Tena 6,5; Nica 6,5 (19’st Gilberto 6) Bandinelli 6,5 (40’st Rocca s.v.) Mariga 6,5 Di Matteo 6,5; Scaglia 7,5 Corvia 7 Acosty 6,5 (28’st D’Urso 6). A disposizione: Tonti, Regolanti, Coppolaro, Rolando, Paponi, Amadio. All. Vivarini 7

Pinsoglio 6,5 – Il primo pericolo, se di pericolo si può parlare, lo crea lui con un rinvio carambolato addosso a Maniero. La palla finisce fuori. Poi mette in serie due prodigi su Martinho e De Luca, intervallati dall’errata valutazione sul pallone che la stessa ‘zanzara’ devia in rete.

Bruscagin 6,5 – La catena difensiva funziona alla grande, grazie al perfetto lavoro di squadra. Resiste anche nel momento di maggior forcing barese.

Dellafiore 7 – Leader non solo del reparto, ma dell’intera squadra. Annulla Maniero, domina sulle palle alte, fa la voce grossa specie nei momenti più delicati.

Garcia Tena 6,5 – Il mezzo disastro di Cittadella è un pallido ricordo. Nel pomeriggio da incorniciare della squadra, fa bella figura anche lui.

Nica 6,5 – Finalmente un giocatore che spinge e difende bene. Finché il fisico regge lavora bene sulla corsia, e si procura il rigore. Esce stremato (19’st Gilberto 6 – Staffetta con Nica, entra e fa il suo. Va anche vicino al gol).

Bandinelli 6,5 – Si ipotizzava un suo impiego, ma come mezzala. Invece si piazza accanto a Mariga costruendo una diga per oltre un’ora imperforabile. Almeno finché il centrocampista scuola Fiorentina ha energie da spendere (40’st Rocca s.v.).

Mariga 6,5 – Dopo aver messo in fila partite al limite del disastroso, ecco il vecchio e vero Mariga. Quantità, tanta, e anche redditizia. Ma anche belle verticalizzazioni e penetrazioni che squarciano la retroguardia barese. Una di queste per poco non manda in porta Corvia.

Di Matteo 6,5 – Anche a sinistra le cose vanno bene. Se il Bari soffre e non punge sulle corsie, il merito è anche il suo.

Scaglia 7,5 – Torna a giocare da esterno d’attacco, ed è tutta un’altra musica. Il Bari di fatto non trova una mossa per arginarlo, e lui ha tempo, spazio e modo per ispirare e far male. La punizione è una delizia da ammirare in loop.

Corvia 7 – Ha voglia ed è ispirato. Si vede dalla olimpica sicurezza con la quale realizza il rigore, dopo averli sbagliati tutti la scorsa stagione. Dà tutto quello che ha in corpo, che non è ancora tantissimo. Ma è già sufficiente per il reparto avanzato e tutto il Latina.

Acosty 6,5 – Come ala d’attacco anche lui ritrova verve e pericolosità. Galleggia tra sinistra e settore centrale, limitando i punti di riferimento e dando imprevedibilità al gioco offensivo (28’st D’Urso 6 – Innesto prezioso, perché in quel momento il Bari sta attaccando e serve qualcuno che tenga palla e ricompatti la mediana).

All. Vivarini 7 – Piccoli grandi cambiamenti tattici e di uomini che mandano in bambola il suo collega, e ne decretano quasi certamente l’esonero. La sua panchina invece era già salda prima (parola della proprietà), e dopo partite del genere non può che cementarsi. 

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