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Cronaca

Detenuto suicida in carcere, in Tribunale un minuto di silenzio in segno di cordoglio

L'iniziativa della Camera penale dopo che un 36enne si è tolto la vita nella sua cella a via Aspromonte. L'uomo era stato arrestato a giugno scorso

"Non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo essere indifferenti. Questa morte ci riguarda, riguarda tutti". Non si spegne l'eco della drammatica morte del detenuto di nazionalità indiana che nella notte tra sabato e domenica si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella nel carcere di Latina. Una eco che questa mattina è arrivata anche all'interno del Tribunale di Latina dove la Camera penale ha invitato i propri iscritti, tutti i colleghi, i magistrati giudicanti, i pubblici ministeri, il personale e tutti i presenti ad osservare un minuto di silenzio "come manifestazione di cordoglio per la giovane vita interrotta e gesto di solidarietà verso tutti i detenuti che subiscono sulla loro pelle ingiuste ed illegittime condizioni di vita". 

L'uomo era finito in carcere a giugno dello scorso anno con l'accusa di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della moglie. 

"Non si è ancora spenta l’eco delle parole con le quali il Ministro della giustizia Carlo Nordio - sottolinea il direttivo dell'associazione forense - in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani, partecipava, pur divergendo nelle soluzioni al problema, all’indignazione per le condizioni in cui versano le carceri italiane dove sono stati registrati 16 suicidi dall’inizio dell’anno. Rimbomba il grido di denuncia unanime dei penalisti riguardo le condizioni dei nostri istituti di pena. Parole forti pronunciate al temine della tre giorni di astensione e della inaugurazione dell’anno giudiziario tenutasi al Teatro Eliseo in Roma, intitolato “Il processo come ostacolo – Il carcere come destino”. La Camera penale sottolinea come a meno di 24 ore il numero di suicidi è stato tristemente aggiornato. Un altro detenuto, il 17esimo, si è tolto la vita nel carcere di via Apromonte.

"Un giovane di 36 anni, di cui non conosciamo la storia, un giovane ristretto in custodia cautelare, un presunto innocente in attesa di essere giudicato - commentano gli avvocati penalisti - ha deciso di interrompere la sua detenzione con un gesto estremo. Non conosciamo la sua vicenda personale, il suo vissuto ma sappiamo però che la condizione carceraria non era per lui più sopportabile. Non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo essere indifferenti - concludono - perchè questa morte ci riguarda, riguarda tutti".

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