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Cronaca Prampolini / Via Aspromonte

Papa Francesco scrive una lettera ai detenuti del carcere di Latina

Missiva speciale per i detenuti pontini inviata proprio dal Santo Padre che si è scusato per non aver risposto prima alle loro lettere: “Non vivete il carcere come una punizione. Pregate per me”

Una lettera speciale è arrivata ieri al carcere di Latina, indirizzata ai detenuti pontini e scritta proprio da Papa Francesco.

La missiva è stata fatta recapitare ieri pomeriggio a Nicola Cupaiolo, cappellano della casa circondariale e consegnata da un inviato molto speciale, il segretario particolare del Santo Padre, monsignor Yoannis Lahzi Gaid, che conosce Latina per averci prestato servizio molti anni come viceparroco a Santa Domitilla.

“L’augurio che le ore, i giorni, i mesi e gli anni passati o che state trascorrendo in codesta casa circondariale di Latina, vengano visti e vissuti non come tempo perso o come una temporanea punizione ma come un’ulteriore occasione di autentica crescita per trovare la pace del cuore e la forza per rinascere tornando a vivere la speranza nel Signore che non delude mai", ha scritto il Papa che si è scusato con i detenuti pontini per non aver risposto prima alle loro lettere.

"Purtroppo – confida il Santo Padre nella sua missiva - non e' sempre facile fare tutto cio' che si desidera fare. Tuttavia, vi assicuro che leggere i vostri sfoghi e le vostre confidenze e' stato per me un motivo di grande conforto. Nell'impossibilita' di rispondere a ciascuno di voi, desidererei tanto che ognuno senta questa lettera come una risposta personale!"

La missiva è stata accompagnata anche dal dono di un nuovo Messale, “affinché scopriate nella Santa Messa la traccia del cammino quotidiano con il Signore che è il medico efficace delle vostre ferite, l’amico fedele di ogni giorno e il nutrimento necessario per sostenere quel cammino di salvezza e di liberazione che nemmeno le sbarre del carcere possono impedire”. Da ultimo una richiesta a cui Bergoglio ci hai ormai abituati: “Per favore, pregate per me!”, accompagnata dalla sua firma autografa: “Franciscus”.

All’apprendere la notizia, il vescovo monsignor Mariano Crociata, a nome suo personale e dell’intera comunità diocesana, ha espresso gioia e gratitudine per un gesto di squisita attenzione del Santo Padre nei riguardi dei circa 120 detenuti della struttura del capoluogo, di cui 30 sono le donne recluse nella sezione di Alta sicurezza, per reati come il terrorismo oppure di mafia.

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