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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Sermoneta

Attentato alle auto del sindaco, chiesta una condanna a 3 anni e mezzo per l'ex presidente Pro Loco

Giuseppe Gentile è ritenuto il mandante degli atti intimidatori contro il primo cittadino di Sermoneta Giuseppina Giovannoli. Il processo con rito abbreviato

Si avvia verso la conclusione il processo a carico di uno dei tre uomini accusati di essere gli autori degli attentati incendiari ai danni delle auto del sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli e del suo vice Maria Marcelli avvenuti tra febbraio e maggio 2020.

L'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Martina Taglione, ha infatti chiesto al giudice monocratico del Tribunale di Latina Clara Trapuzzano - davanti alla quale si svolge il processo con rito abbreviato - una condanna a tre anni e mezzo di reclusione per Giuseppe Gentile, ritenuto il mandante dei roghi in serie. L’ex presidente della Pro Loco di Sermoneta era finito in carcere a settembre 2020 insieme a Emanuel Poli e Giovanni Bernardi, i presunti esecutori materiali degli atti intimidatori: il primo è stato condannato in secondo grado a 2 anni e quattro mesi, il secondo ha scelto il rito ordinario e il processo è ancora in corso.

Secondo l’accusa Gentile, all'epoca presidente della Pro Loco di Sermoneta, voleva costringere il primo cittadino e il suo vice costringendole a dimettersi perché insoddisfatto della politica del Comune e per vendicarsi sia dell’estromissione dalla gestione della Fiera di San Michele che dalla rimozione disposta dall’ente delle impalcature che da troppi mesi occupavano parte del suolo pubblico per la ristrutturazione di un immobile che lui voleva trasformare in un Bed and breakfast. Nel processo  si sono costituiti parte civile il sindaco Giuseppina Giovannoli in proprio, rappresentata dall’avvocato Alessandro Mariani, e il Comune di Sermoneta con l’avvocato Massimiliano Loi.

A conclusione della fase dibattimentale il pm ha chiesto una condanna a 3 anni e sei mesi tenendo conto dello sconto di un terzo della pena mentre la difesa, rappresentata dall'avvocato Luca Giudetti, ha sottolineato come non ci siano prove concrete per supportare l'ipotesi che Gentile sia stato il mandante e ha contestato anche l'interpretazione di alcune frasi ricavate dalle intercettazioni telefoniche.  Il legale di parte civile del sindaco ha chiesto un risarcimento danni di 100mila euro. Si torna in aula il 17 gennaio per le repliche  prima che il giudice entri in camera di consiglio per la sentenza.

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