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Cronaca Terracina

Incendi di Ferragosto a Terracina, Legambiente presenta un esposto in Procura

Il locale circolo “Pisco Montano”, congiuntamente con Legambiente Lazio, mettono di nuovo al centro dell’attenzione la situazione di Terracina in seguito ai numerosi roghi che nel periodo di Ferragosto hanno interessato la zona

Un esposto è stato presentato nelle scorse settimane dal circolo Legambiente di Terracinaa “Pisco Montano”, congiuntamente con Legambiente Lazio, in seguito alla serie di incendi che intorno a Ferragosto hanno devastato proprio Terracina. 

“All’inizio del mese scorso - viene spiegato in una nota - il nostro Circolo a seguito dei gravissimi accadimenti del mese di agosto a Terracina, riportati diffusamente dalla stampa, e dopo aver raccolto testimonianze, effettuato sopralluoghi, rilievi fotografici, analizzato la natura e l’entità del danno alla flora e alla fauna, monitorato il territorio coinvolto dagli incendi tramite il sistema della Unione Europea European Commission Emergency Management Service Copernicus EMS, ha presentato un articolato e dettagliato esposto con allegati fotografici e rilevamenti satellitari alla Procura della Repubblica di Latina e per conoscenza a tutte le Autorità competenti per materia e per territorio, Forze dell’Ordine (Carabinieri Forestali, Comando e Sezione Carabinieri di Terracina, Polizia di Stato, Polizia Municipale, Polizia Provinciale) Vigili del Fuoco, Questura di Latina, Prefettura di Latina, ARPA LAZIO, Comune di Terracina, Parco Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, Regione Lazio, Ministero dell’Ambiente. 

La gravità della situazione - proseguono dal circolo Legambiente di Terracina - è testimoniata dal fatto che gli incendi sono stati vasti e ripetuti. Ettari e ettari di preziosa vegetazione andati in fiamme, abitazioni evacuate, cittadini svegli ad assistere impotenti e impauriti al fuoco che distruggeva gli alberi e la macchia mediterranea lambendo le loro case. Incendi in sequenza appiccati sicuramente con dolo data la precisione e la dislocazione degli inneschi, ed è purtroppo solo di qualche giorno fa (25 ottobre) l’ultimo attacco che ha mandato in fumo ancora altri circa 5 ettari di macchia mediterranea nel comune di Terracina sempre a Monte Leano".

“Le zone andate in fumo ad agosto a Terracina sono quasi tutte aree protette, e per di più solo recentemente promosse a Zone Speciali di Conservazione (ZSC), con Decreto Legislativo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare del 6 dicembre 2016, come il SIC (Sito di Interesse Comunitario) IT6040007 “Monte Leano”, il SIC IT6040006 “Monti Ausoni meridionali” tutti ricadenti nella ZPS (Zona di Protezione Speciale), IT6040043 "Monti Ausoni e Aurunci" designata ai sensi della Direttiva Uccelli 209/147/CE ed estesa per 62327 ettari, e che risulta essere l’area protetta più danneggiata del Lazio con 3.399 ettari bruciati. Purtroppo anche a Terracina i danni alla flora e alla fauna sono spaventosi, con una superficie complessiva di preziosa Macchia Mediterranea, Querceti mediterranei, Praterie Montane, Pinete, di circa 156 ettari molto preziosi e difficilmente recuperabili, mentre il Lazio complessivamente risulta al quarto posto in Italia, dopo Sicilia, Calabria e Campania, con 13.142 ettari andati in fumo, e la provincia di Latina saldamente al primo posto della classifica nel Lazio. (Fonte: elaborazione Legambiente su dati European Commission Emergency Management Service Copernicus EMS)” conferma Gabriele Subiaco, Vicepresidente e Responsabile Scientifico del Circolo.

Nell’esposto, spiega Legambiente, viene chiesto “di aprire un’indagine, effettuando una ricognizione delle zone interessate (tutte dettagliate e corredate di foto nell’esposto), auspicando sempre più l’intervento tempestivo del Comando Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, in qualità di importante organo responsabile delle funzioni investigative e repressive per l’Aib (Antincendio boschivo), e di perseguire con durezza i responsabili, contestando in particolare (per le caratteristiche, la diffusione e gli impatti generati dagli incendi) oltre alle aggravanti già previste dal reato di incendio boschivo previsto dall’art. 423bis del Codice, la fattispecie di disastro ambientale, Art. 452 quater codice penale. Inoltre, dato che i siti coinvolti sono indicati e designati dagli Stati membri, ai sensi dell’articolo 4 della direttiva 92/43/CEE, come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), si chiede che sia contestata anche la fattispecie di distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto, secondo il nuovo articolo 733 bis del codice penale”.

Inoltre, proseguono ancora da Legambiente, Terracina presenta “una classe di rischio Alto (come da Piano Aib regionale- 2011-2014 Zonizzazione Rischio- Indice di Rischio IR), e per questo è assolutamente necessario (vista anche la preziosità dal punto di vista naturalistico delle aree ricadenti nel territorio comunale) ridefinire e potenziare il servizio di previsione, prevenzione e controllo delle aree a rischio, manutenere in modo costante le zone di interfaccia e delle fasce tagliafuoco, e adottare con urgenza tutti i provvedimenti stabiliti dai programmi e dai piani regionali compresi quelli relativi alla preparazione, alla formazione, alle dotazioni del nucleo di Protezione Civile comunale, e alla gestione dell’emergenza con la predisposizione di idonee procedure e relativi livelli di responsabilità, esercitazioni periodiche, designazione di aree di raccolta dei cittadini per assicurare i primi soccorsi in caso di eventi che possono mettere a rischio la sicurezza delle persone, come quello di ferragosto”. 

Il Circolo ringrazia infine “tutti i soci, i volontari, i semplici cittadini, i comitati spontanei, le associazioni di Terracina che hanno contribuito e continuano a contribuire, anche con segnalazioni dirette a legambiente.terracina@gmail.com (e sono stati molti!) e rilasciando testimonianze, a tenere alta la guardia, contrastare il fenomeno e a tutelare il nostro prezioso territorio”.

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