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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta sulla Karibu, agli arresti domiciliari la moglie e la suocera di Aboubakar Soumahoro

Le misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza nei confronti di Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete e di un altro dei membri del Cda, Michel Rukundo per il quale è stato disposto l'obbligo di dimora. Eseguiti anche sequestri

Sono state eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza le misure degli arresti domiciliare e dell’obbligo di dimora nei confronti dei membri del Cda della Karibu. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’inchiesta sulle attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina.

Da quanto si apprende ai domiciliari sono finite Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, mentre per Michel Rukundo è stato disposto l'obbligo di dimora.

L'operazione è scattata questa mattina con i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Latina che hanno dato esecuzione all'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Latina con la quale, oltre che l’applicazione delle misure cautelari personali degli arresti domiciliari e dell'obbligo di dimora presso il proprio comune di residenza nei confronti dei membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata Karibu, è stata dispota anche la misura cautelare reale del sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti degli stessi e di altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero.

Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Andrea D'Angeli e Giuseppe Miliano e portate avanti dalla Guardia di Finanza, hanno consentito di accertare, si legge in una nota della Procura di Latina, "condotte di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e auto-riciclaggio".

Liliane Murekatete: il ruolo in Karibu, beni di lusso e ristoranti pagati con i fondi per i migranti

"Servizio inadeguato e criticità nelle strutture"

Nello specifico, le cooperative Karibu e Consorzio Aid, nonché la Jambo Africa (per il tramite della Karibu), come spiega ancora la Procura, “hanno percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali), destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti richiedenti asilo e minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito”. Sono state riscontrate numerose criticità nelle strutture gestite dalle cooperative e in particolare un sovrannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, derattizzazione e deblattizzazione assenti, riscaldamento assente o comunque non adeguato, carenze nell'erogazione dell'acqua calda, carenze nella conservazione delle carni, insufficienza e scarsa qualità del cibo, presenza di umidità e muffa nelle strutture, carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici, insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene.

Al riguardo, spiegano ancora dagli uffici di via Ezio entrando nel dettaglio, sono esemplificative le vicende dei Cas di via Lipari ad Aprilia, dell’Hotel de la Vile Central di Latina e di Casal dei Lupi a Maenza gestiti dalla Karibu, nonché quelle dei Cas di Latina  in via Romagnoli e via del Pioppeto) gestiti da Consorzio Aid.

VIDEO | Arresti nella Karibu: l'operazione della Guardia di finanza

Le distrazioni di denaro

“L'inosservanza delle condizioni pattuite, concretizzatasi nelle gravissime criticità rilevate dagli ispettori della Prefettura anche congiuntamente a quelli della Asl di Latina e ai vigili del fuoco, tali da far vivere gli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale, ha generato - si legge ancora nella nota della Procura - considerevoli risparmi di spesa/profitti, che sono stati utilizzati per spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli ecc.) e/o investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e assolutamente non inerenti con l'oggetto sociale delle cooperative e la loro natura di enti no profit”. Distrazioni di danaro che sono state oggetto di approfondimenti investigativi e che hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) “a seguito dell'accertamento giudiziario dello stato d'insolvenza della cooperativa Karibu e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all'estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo”.

Le indagini comunque proseguono, “anche con riferimento a temi investigativi diversi e complessi” concludono dalla Procura di Latina. 

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