rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Liliane Murekatete: il ruolo in Karibu, beni di lusso e ristoranti pagati con i fondi per i migranti

Dalle prime battute dell'indagine che un anno fa ha travolto la cooperativa all'arresto di oggi, 30 ottobre. Il punto sulle accuse alla compagna del deputato Soumahoro

E' finita agli arresti domiciliari Liliane Murekatete, compagna del deputato Aboubakar Soumahoro, finita nell'occhio del ciclone che ha travolto la cooperativa Karibu e il consorzio Aid, che in provincia di Latina si occupavano dell'accoglienza dei migranti, sia per quanto riguarda la gestione dei Cas che degli Sprar.

I lavoratori senza stipendio e la prima inchiesta

Ai domiciliari c'è ora anche sua madre Marie Therese Mukamitsindo, mentre il fratello Michel Rukundo è destinatario della misura dell'obbligo di dimora disposta dalla procura di Latina. Il caso era esploso un anno fa, con la segnalazione del sindacato Uiltucs di stipendi non pagati a diversi lavoratori impiegati nelle coop. Poi, l'indagine della procura sull'impiego dei fondi e i rapporti con l'Erario, le prime misure interdittive e un sequestro da 650mila euro, la richiesta di rinvio a giudizio e il processo, infine gli arresti eseguiti nella giornata di oggi, 30 ottobre.

La procura aveva chiesto il carcere per moglie e suocera di Soumahoro

I conti di Karibu

Karibu viene scandagliata dagli investigatori: i conti, i progetti, i fondi ricevuti, le fatture emesse. Mentre la procura indaga emergono irregolarità e dubbi anche nella gestione delle strutture in cui i migranti venivano ospitati, spesso considerati carenti e inadeguate. Ma è la vita di Liliane Murekatete, compagna del sindacalista e deputato da sempre in prima linea per la difesa degli ultimi, a finire ineviitabilmente sotto i riflettori, con il suo stile da molti giudicato poco coerente con le difficoltà economiche che la cooperativa stava attraversando al punto da non riuscire a pagare tutti gli stipendendi dei lavoratori. La donna, assistita dall'avvocato Lorenzo Borrè, si era sempre difesa dichiarandosi completamente estranea ai fatti e specificando che si era già dimessa dal Cda della cooperativa.

Soldi spesi in ristoranti e beni di lusso

Nelle carte dell'ordinanza di custodia cautelare, il gip del tribunale di Latina Giuseppe Molfese afferma però che le due figure, quella di Murekatete e della madre Marie Therese Mukamitsindo, "hanno svolto un ruolo centrale nella dinamica delittuosa: la Mukamitsindo è presidente del Consiglio di amministrazione della Karibu, dal 3 aprile 2018 fino alla messa in liquidazione; la figlia ha la qualità di consigliere nel Consiglio di amministrazione dal 3 aprile 2018 fino alla messa in liquidazione". "Entrambe - scrive ancora il gip - hanno percepito quale profitto personale la maggior parte dei fondi distratti, utilizzandoli per finalità diverse da quelle preposte. A titolo esemplificativo, gli atti ricostruiscono i bonifici ricevuti e l'utilizzo delle carte prepagate (formalmente in uso a dipendenti della Karibu) ma, in realtà, adoperate per il pagamento di ristoranti, alberghi, acquisto di beni di lusso". 

Il ruolo di Liliane Murekatete nella cooperativa

Liliane Murekatete, come ricostruito nell'ordinanza, si è affiancata e ha sostituito la madre nei principali atti gestionali, "risultando tutt'altro che una semplice segretaria amministrativa". "Gli accertamenti compendiati all'interno di questo procedimento - si legge - smentiscono il risibile tentativo difensivo, come posto in essere dall'indagata e teso a dimostrare la non consapevolezza della stessa Murekaterte Liliane di quanto effettivamente accadesse all'interno della Karibu". Il commissario liquidatore rileva che la donna era attivamente coinvolta nella gestione della cooperativa, svolgendone effettive attività di direzione e controllo, tanto da assumere determinazioni finalizzate a orientare l'attività di impresa. La stessa aveva effettivo potere di controllo sui collaboratori e segnatamente sulla segreteria dell'ufficio di presidenza, alla quale veniva richiesto di prenotare i viaggi nonché di predisporre riassunti, mostrando di essere pienamente calata nel ruolo di amministratore manager". Liliane Murekatete insomma esercitava a tutti gli effetti "poteri gestori sui dipendenti", "autorizza pagamenti, organizza per lei incontri istituzionali finalizzati a trovare nuovi sbocchi lavorativi per la cooperativa".

Gli arresti domiciliari

Per il magistrato del tribunale di Latina "non vi è dubbio che l'unica misura cautelare idonea a salvaguardare le suddette esigenze sia, quantomeno allo stato, una di natura detentiva, quale quella degli arresti domiciliari, rendendosi comunque necessaria una limitazione della libertà personale, un controllo diretto sul luogo di domicilio, oltre all'interruzione dei rapporti con l'esterno".

Caso Karibu, Uiltucs: "Calpestati lavoro e dignità"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Liliane Murekatete: il ruolo in Karibu, beni di lusso e ristoranti pagati con i fondi per i migranti

LatinaToday è in caricamento