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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso

Diffamazione a Valerio Catoia: il processo è da rifare davanti al collegio

L'accusa contestata con un'aggravante: il giudice rimette gli atti in procura perché la competenza è del tribunale in composizione collegiale

Tornano in procura gli atti relativi alla diffamazione di Valerio Catoia, il 23enne atleta paralimpico, insignito del titolo di Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella, offeso e insultato sui social. Sul banco degli imputati due uomini, un professionista residente in Toscana e uno speaker della Sardegna, che scrissero commenti pesantissimi sotto un post in cui si raccontava il gesto eroico compiuto da Valerio quando era ancora minorenne: nell'estate del 2017 infatti il ragazzo salvò infatti una bambina che rischiava di annegare nelle acque del mare di Sabaudia.

Nel 2019 è arrivata quindi una denuncia per diffamazione e il pubblico ministero Daria Monsurrò ha disposto la citazione diretta davanti al giudice monocratico dei due responsabili identificati dalla polizia postale. Ma il giudice Paolo Romano, nel corso dell'udienza celebrata nella giornata di ieri, ha rilevato che l'accusa di diffamazione è stata contestata con l'aggravante e pertanto la competenza è del tribunale in composizione collegiale e il processo deve dunque passare per un'udienza preliminare. I due imputati rischiano dunque pene più severe, ma il processo è tutto da rifare.

Gli atti tornano quindi in procura e successivamente il giudice per l'udienza preliminare stabilirà o meno il rinvio a giudizio dei due uomini indagati davanti al collegio penale.

Nella precedente udienza il legale che assiste la famiglia Catoia, l'avvocato Alessandro Mariani, aveva avanzato la richiesta di costituzione di parte civile dei genitori di Valerio.

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