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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Intitolazione del parco a Mussolini, Durigon nell’occhio del ciclone: “Si dimetta”

Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e Sinistra Italiana chiedono al sottosegretario di fare un passo indietro, con gli stessi grillini che evocano una mozione di sfiducia. Critiche anche da Italia Viva; La Russa (FdI) fuori dal coro: “Nessun tribunale considererebbe l’apologia di fascismo”

Non si placa la polemica per le parole del sottosegretario pontino della Lega Claudio Durigon che, dal palco allestito a Latina Lido lo scorso 4 agosto per l’evento con Matteo Salvini, ha auspicato l’intitolazione ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, del parco Falcone Borsellino a Latina.

Una pioggia di critiche si era abbattuta sul deputato all’indomani del suo iintervento a Capoportiere, ma la polemica non si è affatto spenta con il passare dei giorni con Pd, M5S, Leu e Sinistra Italiana che sono tornati a chiedere le dimissioni del sottosegretario al Mef annunciando anche l’ipotesi di una mozione di sfiducia; un provvedimento, va detto, che sarebbe in ogni caso non vincolante perché, come dimostra il precedente di caso Siri del 2019, il Parlamento non può sfiduciare un sottosegretario che può essere revocato solo dal presidente del Consiglio.

"Le affermazioni di Durigon sono incompatibili con la presenza al governo”: la richiesta di fare un passo indietro arriva dal segretario del Partito Democratico; fonti del Nazareno hanno confermato all'Adnkronos il pensiero di Enrico Letta. "Grazie a Enrico Letta per le parole molto chiare che ha detto su Durigon. Il Pd così si schiera a difesa dei valori dell'antifascismo dopo l'appello dell'Anpi. La parte giusta per la nostra democrazia” ha fatto eco su Twitter Andrea De Maria, deputato Pd e segretario d'Aula Camera dei Deputati, mentre il Movimento 5 stelle ha evocato esplicitamente una mozione di sfiducia nei confronti di Durigon: "l'Italia democratica e antifascista pretende le sue dimissioni, altrimenti sarà inevitabile una mozione di sfiducia", ha dichiarato il presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni. Da Oristano il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli ha definito “intollerabile ciò che ha detto il sottosegretario Durigon e non compatibile con la sua permanenza nel Governo. Io mi auguro non si arrivi alla mozione di sfiducia: credo sarà necessario appunto un passo indietro di Durigon”.

Leu, con il senatore Francesco Laforgia, si è detta "pronta a votare la mozione di sfiducia”, e sul caso è intervenuto nuovamente anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: "Mentre continua il silenzio del presidente Draghi, silenzio che dura da alcuni mesi, vedo che, con le parole chiare di Letta e Conte, si estende sempre più l'arco di forze che chiede le dimissioni del sottosegretario Durigon dal Governo. Dimissioni che dovevano essere presentate - ha detto l'esponente dell'opposizione di sinistra - già dopo l'inchiesta di Fanpage sui rapporti opachi con settori discutibili a Latina. Dimissioni ancora più motivate dopo le sciocchezze dette sul fratello di Mussolini. Il Governo in queste settimane non ha mai risposto alle nostre interrogazioni presentate. Ora la mozione di sfiducia è l'unico strumento per ridare un minimo di dignità".

Critiche sono arrivate anche da Italia Viva, senza fare però chiaro riferimento alle dimissioni, per voce della viceministra Teresa Bellanova: “L’apologia di fascismo nel nostro Paese è reato, e chi rappresenta le Istituzioni dovrebbe avere a cuore il moltiplicare i luoghi intitolati a Falcone e Borsellino, altro che proporne la cancellazione. Bruttissima pagina di politica”. ha annunciato il suo voto favorevole ad un’eventuale mozione anche il deputato Elio Vito di Forza Italia, mentre Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia si è schierato dalla parte del sottosegretario pontino. “Da avvocato ritengo che nessun tribunale serio potrebbe mai ritenere che la frase di Durigon possa integrare il reato di apologia di fascismo. Basta leggere le massime della Cassazione - ha dichiarato La Russa -. Poi, che possa stare o non stare in un governo con il Pd e i vetero comunisti di Leu, appartiene a quello che gli dice la sua coscienza. Sulla memoria di Falcone e Borsellino, infine, basterà ricordare che solo la destra votò in Parlamento Borsellino come Presidente della Repubblica”. Nessun commento ufficiale al momento arriva dalla Lega. 
 

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