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Il dibattito

Patrocinio al Lazio Pride di Latina, critiche alla sindaca Celentano: “Grave la concessione”

A parlare Emmanuele di Leo, presidente di Steadfast, l'organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani. Ieri la decisione annunciata dalla prima cittadina con una lettera a Tiziano Ferro. Dello stesso avviso anche l'l'associazione Pro Vita & Famiglia

E’ di ieri la notizia della decisione della sindaca di Latina, Matilde Celentano, di concedere il patrocino al Lazio Pride che si terrà sabato 8 luglio in centro a Latina. Una scelta arrivata dopo giorni in cui il tema è stato al centro di un dibattito innescato dallo scambio di missive tra la stessa prima cittadina e Tiziano Ferro. 

E l'annuncio della concessione del patrocinio c’è stato proprio attraverso una lettera che Celentano ha voluto mandare al cantante che l’aveva invitata a sostenere con lui il Lazio Pride, che sull’argomento era intervenuto ieri attraverso la sua segretaria Anna Claudia Petrillo, mentre appelli alla prima cittadina in questo senso erano arrivati a più voci anche da parte di Pd e Lbc. 

Ma quella della sindaca di Latina è una scelta che non le ha risparmiato critiche. Come quelle arrivate dal presidente di Steadfast, organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani, Emmanuele Di Leo. 

“Rimaniamo basiti” ha commentato in una nota Di Leo. “Ricordiamo al sindaco - ha aggiunto - che: 

- il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente la pratica aberrante dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo delle donne e rende i bambini merce di scambio per appagare i desideri egoistici di adulti. Questo è aggravato da una importante premessa, che l’utero in affitto e la maternità surrogata sono già disciplinati in Italia dalla Legge 40/2004, la quale già prevede il reato per ‘chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità …’. Senza poi omettere che alla Camera dei Deputati è incorso la Pdl come primo relatore On. Varchi di Fratelli d’Italia, per rendere l’utero in affitto reato universale, quindi anche per chi lo commissiona all’estero; 
- il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente il riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali, quindi con annesse trascrizioni all’anagrafe. Argomento sul quale anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata più volte. Ad esempio, nel caso Paradiso-Campanelli vs Italia, la Corte stabilì che non si poteva riconoscere la trascrizione dell’atto di nascita, proprio perché questo avrebbe rappresentato un aggiramento del divieto dovuto alla Legge 40. Senza poi togliere le recentissime sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione 30 dicembre 2022 e dei tribunali di Padova e di Milano;
- il manifesto politico di questa manifestazione promuove esplicitamente la carriera alias, strumento per trattare alunni e studenti sulla base della loro ‘identità di genere’ auto-percepita e non sul sesso biologico maschile o femminile. Uno strumento che per rilevanti aspetti ha alcun fondamento giuridico. Infatti i dati anagrafici possono essere modificati solo con apposita sentenza del Tribunale, rispettando una specifica procedura legale”.

“Siamo certi che sia stata una svista quella della prima cittadina di Latina, Matilde Celentano - ha concluso Di Leo -. Auspichiamo vivamente che il patrocinio non venga concesso, anche perché troviamo grave offrire un riconoscimento istituzionale a manifestazioni che promuovono azioni che per significativi aspetti, sono in contrasto con la legge italiana.”

Dello stesso avviso anche l'associazione Pro Vita & Famiglia onlus. "'Il patrocinio al Lazio Pride concesso dal sindaco di Latina, Matilde Celentano, esponente di Fratelli d’Italia e sostenuta dal centrodestra, è un atto gravissimo e un tradimento per tutti gli elettori - ha detto il portavoce Jacopo Coghe -. Una sconcertante sudditanza psicologica del sindaco, che ha ceduto ai ricatti morali di Tiziano Ferro, ma dovrebbe ricordarsi che è lì per un mandato chiaro ricevuto dagli elettori alle scorse elezioni non per accontentare il cantante. Che senso ha che Fratelli d’Italia e il centrodestra propongano a livello nazionale leggi contro l’utero in affitto se poi localmente gli stessi sindaci di Fratelli d’Italia tradiscono le linee di partito? Il documento politico del Lazio Pride - aggiunge -, infatti, apre chiaramente a identità di genere, aborto, procreazione medicalmente assistita, all’istituzione di una legge sull’omotransfobia, ad adozioni per coppie dello stesso sesso e soprattutto alla maternità surrogata. È quindi necessario un immediato intervento di Fratelli d’Italia affinché il sindaco Celentano rispetti il mandato ricevuto dagli elettori che l’hanno scelta proprio per le linee politiche del suo partito e ritiri il patrocinio''.

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