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L’Abbazia di Valvisciolo: cosa vedere e cosa fare

La splendida costruzione che si affaccia sulla pianura pontina, il suo Museo e le sue leggende

Sulla strada che dalla valle sale verso Bassiano ed è a pochi passi dal centro storico di Sermoneta si trova la suggestiva Abbazia di Valvisciolo. Posta su un altipiano, a circa 116 m dal livello del mare, ai piedi del Monte Corvino, l’abbazia sembra osservare la valle detta dell’usignolo e dalla quale alcuni affermano che prenda il nome. Era una delle tappe dei pellegrini che percorrevano la via Francigena del Sud in arrivo o appena ripartiti da Roma.

Un po’ di storia

Insieme all’Abbazia di Fossanova, Valvisciolo è uno dei più fulgidi esempi di stile romanico-gotico-cistercense della zona. È stata edificata in circa 20 anni di lavoro  tra il 1150 e il 1170. Dapprima è stata abitata da un gruppo di monaci greci basiliani, nel XIII secolo è stata occupata e restaurata dai Templari e infine, con lo scioglimento dell’ordine nel XIV secolo, è stata affidata alle laboriose mani dei monaci cistercensi, che ancora oggi, tra alterne vicissitudini, vi risiedono. Importanti per la storia dell’abbazia l’arrivo della famiglia Caetani come signori della zona nel 1411 e le visite di papa Pio IX che hanno portato a diverse migliorie degli ambienti e delle decorazioni.

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Leggende e curiosità

Tante sono le storie e le leggende che si legano ai luoghi storici, l’Abbazia di Valvisciolo non è da meno. Si narra che durante l’esecuzione di Jacques de Molay, cavaliere francese ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari, avvenuta nel marzo del 1314 perché condannato al rogo per eresia, gli architravi delle chiese si spezzarono. In effetti osservando attentamente il portale principale di Valvisciolo, si può scorgere una crepa, ovviamente non ci sono prove di questo legame, ma è una suggestiva ipotesi che si lega alla presenza dei templari presso l’Abbazia. Altri segni dei templari sono sparsi in vari punti di Valvisciolo, si riconoscono sul primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro, per citarne solo due, delle particolari croci.
A proposito di particolarità quella più caratteristica che apre a una serie di riflessioni e ipotesi è quella del SATOR ritrovato a inizi del ‘900 sul lato occidentale del chiostro. Il SATOR è il “cosiddetto quadrato magico” in cui la frase latina palindroma SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS (Il Seminatore di un arepo mantiene con il suo lavoro il convento) può essere letta in ogni direzione, quindi da destra a sinistra e viceversa e dal basso verso l’altro e al contrario. La particolarità del SATOR di Valvisciolo è che la frase non è contenuta in un quadrato ma in cerchi concentrici, cosa più unica che rara, dato che i ritrovamenti in basiliche, chiese ed epigrafi disseminate in tutta Europa sono sempre stati quadrati. Sono tante le interpretazioni di questa frase, il significato e il simbolismo delle forme utilizzate e del perché veniva incisa, ma a oggi non ci sono ancora teorie ufficiali e definitive su questa iscrizione.

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L’abbazia

Valvisciolo è composta dall’austera chiesa a tre navate divise da pilastri e colonne e si distingue per la semplicità delle decorazioni. Sul fondo della navata sinistra va menzionata la bella cappella dedicata a San Lorenzo affrescata sul finire del 1500 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Gli affreschi ben conservati mostrano alcuni momenti della vita del santo, contengono un interessante autoritratto dell’artista e vari riferimenti al titolo ducale, attraverso simboli e corone ducali, per commemorare il titolo concesso a Onorato IV nel 1586. Da ammirare anche lo splendido rosone che impreziosisce la facciata e permette alla luce del sole di invadere la navata centrale in maniera suggestiva.
Uscendo sulla destra della chiesa si entra in un incantevole chiostro col tipico pozzo centrale e splendide piante che abbelliscono questo cortile interno. Intorno al chiostro si trovano gli edifici monastici come la sala capitolare dove oggi si tengono convegni e mostre d’arte, il dormitorio, il refettorio e l’ex dispensarium che oggi ospita il Museo di Valvisciolo (Galleria dedicata all’abate Stanislao White).  In conclusione della visita all’Abbazia, aperta il sabato e la domenica, è possibile fermarsi presso la bottega dei monaci dove poter acquistare i prodotti della terra lavorati dagli ecclesiastici: vino, olio e la pappa reale.

La Galleria Abate S. White

Di grande interesse il piccolo museo all’interno dell’Abbazia, che si trova nei locali in cui un tempo era il dispensarium, una sala in cui i conversi svolgevano vari lavori. Nell’ex dispensarium di Valvisciolo oggi c’è un piccolo museo che custodisce delle perle rare: pitture, disegni, incisioni (xilografie, bulini, acqueforti, acquetinte e litografie), sculture di grandissimi artisti del passato da Dürer a Rembrandt, da Canaletto a Piranesi, passando per Francisco Goya e Honorè Daumier, solo per citarne alcuni. Le opere custodite fanno parte di una ricca donazione del collezionista di Latina Guglielmo Guidi. L’ingresso è gratuito, a offerta libera, il museo è aperto tutti i giorni la mattina dalle 9 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30. Prima di ogni visita è consigliato consultare il sito del Museo per conferma delle aperture.

Eventi

Nel corso dell'anno sono tantissimi gli eventi che l'Abbazia ospita sia religiosi sia laici che coinvolgono la comunità di Sermoneta e tantissimi visitatori: dalle mostre ai convegni, dall'Infiorata per il Corpus Domini al presepe artigianale nel periodo natalizio, e inoltre concerti, feste parrocchiali.

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