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Italian Ghost Story: un progetto che valorizza il territorio e la memoria storica dei nostri nonni

Turismo esperienziale, destagionalizzato, legato ai racconti popolari tramandati oralmente che valorizzano luoghi d’interesse della nostra provincia: ecco cos’è Italian Ghost Story

Avete mai letto una storia di fantasmi? E avete mai pensato di visitare i luoghi in cui questa storia è ambientata? Per gli appassionati del genere non è affatto una cosa nuova, ma arriva ora in terra pontina con un originale progetto di valorizzazione del territorio, che è estremamente suggestivo e rivoluzionario, ed è quello portato avanti da Italian Ghost Story.

Un gruppo di ragazzi cresciuto con i racconti da brivido dei nonni in un comune pontino, Terracina, in cui la tradizione di raccontare storie di spiriti che vagano per i vicoli, le piazze e i palazzi storici della città è molto forte. Un progetto intelligente che unisce la memoria storica e orale al turismo esperienziale, così in voga in questo periodo: un modo originale per destagionalizzare il turismo e permettere a scuole, enti, istituzioni e associazioni di collaborare affinché il territorio sia conosciuto anche da punti di vista inediti, in momenti dell’anno in cui i turisti non ci sono o scarseggiano.

Abbiamo incontrato Amedeo Cerilli che ha ideato e portato avanti Italian Ghost Story, il progetto che raccoglie testimonianze sul territorio, le fa diventare raccolte di racconti che poi vengono pubblicati e teatralizzati durante visite guidate nei luoghi citati, creando così un tour dei centri storici e luoghi particolari del territorio. Un progetto che vuole crescere, abbracciare non solo la provincia pontina ma tutto il territorio italiano e non solo.

Italian Ghost Story: come è nato e come si è sviluppato questo progetto che unisce libri, teatro e scoperta del territorio alle storie di fantasmi?

A.C.: Il progetto nasce da una passione mia e di altri ragazzi di Terracina, cresciuti con le storie di fantasmi raccontate dai nostri parenti. Mia nonna, per esempio, mi ha sempre raccontato sin da piccolo le storie dei fantasmi di Terracina, perciò da bambino sapevo che nel quartiere della Delibera c’era il fantasma senza testa, nel centro storico quel particolare vicolo era abitato da “quel fantasma”, la tale piazza da quell’altro fantasma. Quindi ho sempre diviso i quartieri della città in base ai fantasmi. Questa cosa me la sono portata dietro fin da adulto, anche da adolescente quando mi ritrovavo con vari amici, ognuno raccontava una storia diversa tramandata dai nonni o altri parenti, dato che a Terracina c’è sempre stata una certa sensibilità riguardo queste storie. Con il passare degli anni, mi sono accorto che mia nonna dimenticava sempre più particolari dei suoi racconti e di questo mi dispiaceva molto. Durante la pandemia con Lidia Longo abbiamo pensato di scrivere nero su bianco queste storie immaginando che sarebbero potute interessate a qualche altro concittadino. Abbiamo visto la possibilità dell’autopubblicazione su Amazon e abbiamo lanciato l’idea sui social, da quel momento si è scatenata la curiosità di tantissime persone che chiedevamo in continuazione “quando esce il libro?”. La cosa ci ha portato una certa ansia perché non nasciamo scrittori, e la notizia si andava diffondendo finché non ci ha contattato anche Federico Quaranta  per la trasmissione RAI “Il provinciale” che voleva conoscere il nostro progetto. Il libro non era ancora uscito e ogni giorno cresceva la partecipazione del pubblico e l’attesa. Quando è uscito il libro è stato un grande e inaspettato successo, in poco tempo ha venduto migliaia di copie. La città l’ha accolto con grande orgoglio, ci arrivavano i messaggi di ringraziamento del tipo “quando leggo questi racconti mi torna in mente quando mio nonno mi prendeva in braccio e mi raccontava queste storie”, e questo è bellissimo perché la gente si emoziona, e in molti sono andati a vedere i luoghi nei quali le storie sono ambientate. Data questa nostra passione e il successo del libro, abbiamo organizzato dei tour che uniscono il contenuto dei racconti a rappresentazioni teatrali e visite guidate dei luoghi nominati. Anche i tour sono andati subito benissimo con partecipanti provenienti da tutto il Lazio, in parte dalla Campania, diverse generazioni insieme: bambini, anziani, adulti. Questo è successo a Terracina, poi ci siamo chiesti “che succederà se proviamo a ripetere l’esperienza in un’altra città?” e così abbiamo pensato di scrivere “I Fantasmi di Fondi” e anche lì si è ripetuta la stessa cosa, l’entusiasmo è stato quasi identico, il libro venduto in tantissime copie e biglietti dei tour polverizzati in pochi giorni. Quindi abbiamo pensato di strutturare bene quest’attività, che era nata in modo così amatoriale. Abbiamo allargato l’organico, e cerchiamo ogni giorno di stringere rapporti con vari referenti del territorio, sia per le storie che per le compagnie teatrali, perché ci stiamo spostando in varie città italiane.

Fantasmi di Terracina - seconda edizione

Per la serie Italian Ghost Story sono stati pubblicati diversi titoli. Da quali fonti attingete per scrivere i vostri libri? Quanto è frutto della vostra fantasia e quanto di reali racconti magari tramandati da generazioni?

A.C.: noi partiamo sempre dal reale, non ci inventiamo il racconto, ci rechiamo sui luoghi, facciamo ricerche, tramite fonti locali, ci rechiamo nei centri anziani, contattiamo persone del posto anche attraverso i social, cerchiamo chi sia in grado di raccontarci delle storie legate ai luoghi. Ovviamente poi si cerca di capire la “veridicità della storia” ovvero, per quanto siano storie di fantasmi, cerchiamo storie che si tramandano da generazioni, o anche più recenti che siano state realmente raccontate, che fanno parte del sentiment popolare della città, o che veramente conoscono tutti, come a Terracina la storia del Cavaliere senza testa. Tramite persone del posto cerchiamo di farci raccontare storie, che vengono leggermente romanzate in modo che possano parlare anche dei luoghi.
Ci è capitato che delle mamme di Fondi, per esempio, ci abbiano detto che i bambini vogliono andare a visitare il Museo perché hanno letto la storia di un fantasma che lo abita. Ci siamo accorti di avere in mano un mezzo potente per valorizzare i luoghi della cultura, accendere la curiosità e spingere le persone a visitarli. Attraverso un racconto di fantasmi abbiamo parlato di un palazzo storico della città. È un modo suggestivo per far osservare i luoghi anche sotto altri aspetti.

Avete iniziato con due comuni della provincia pontina, pensate di proseguire anche con altri? Quali altre mete pensate di toccare nel prossimo futuro?

A.C.: Dopo Fondi abbiamo pubblicato il libro “I Fantasmi dei Castelli Romani”, “I Fantasmi della Tuscia”, “I Fantasmi della Ciociaria” e a breve usciranno “I Fantasmi di Roma” e poi di di Bergamo, di Matera e i fantasmi del golfo di Gaeta comprendendo le storie tramandate a Gaeta, Minturno e Formia.

Ultimamente si comincia a parlare di turismo esperienziale e in particolare di ghost tourism, di che si tratta? Che tipo di target attrae e come risponde il pubblico italiano e in particolare pontino?

A.C.: Italian Ghost Stories ha un duplice obiettivo  uno è quello di non far perdere le storie locali che si tramandano da generazioni, quindi la conservazione delle storie popolari tramandate oralmente, grazie ai libri. E poi attraverso libri ed eventi arriviamo al secondo obiettivo che è quello di strutturare in Italia il Ghost Turism, altrimenti detto “turismo della paura”, che già esiste nel nostro paese ma in rare forme locali, diversamente da Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Irlanda da tanti anni investono in questo tipo di turismo destagionalizzato che attivare in massima parte le famiglie. Quindi i vari luoghi, come i castelli di Edimburgo, le strade di Londra, sono meta di un turismo strutturato e tematico. In Italia ci sono dei posti come il Castello di Fumone, il Castello di Azzurrina in Emilia Romagna, Castello dei Bardi a Parma che attraggono tantissimo turismo a tema fantasmi, ma sono realtà slegate. Noi organizziamo dei tour teatralizzati che permettono di conoscere i centri storici, i palazzi più antichi, musei, conventi sconsacrati attraverso le storie di fantasmi. Ci muoviamo anche all’interno di teatri con dei format stanziali, non itineranti come gli altri, come Il Cerchio delle Ombre che propone storie di fantasmi d’Italia.
Insieme a dei partner, stiamo strutturando delle intere vacanze a tema fantasmi: un pacchetto turistico che comprende oltre alle visite guidate ai vari beni archeologici, architettonici locali anche il turismo esperienziale a tema fantasmi: cene a tema, e tour teatralizzati specifici. In questo la provincia pontina sta rispondendo alla grande, ai tour organizzati a Terracina e a Fondi hanno partecipato persone da tutta la provincia. Si sta creando una vera e propria community di persone che leggono i libri e vengono agli eventi che parte dalla provincia di Latina e si sta sviluppando anche in altri territori. L’idea piace tantissimo, le persone ci danno una grande carica, perché ci sostengono e ci incitano a proseguire. Non so se è un progetto azzardato, ma passo dopo passo vorremmo strutturare il ghost turism anche in altre parti d’Italia, fino a coprire un giorno tutto il territorio, perché può essere una risorsa importante dato che si parla di un turismo destagionalizzato, che porta tante persone nei centri storici nei periodi in cui di solito si svuotano. E poi l’Italia ha delle storie stupende e suggestive che permettono di valorizzare i luoghi.
Per quanto riguarda il target di riferimento non ce n’è uno specifico, dai dieci anni in su fino alla tarda età riusciamo a coinvolgere tutti, addirittura ci hanno mandato foto di famiglie riunite la sera per leggere insieme i racconti. E questo per noi è molto emozionante, ci fa capire che siamo sulla strada giusta. Ci sono state anche alcune psicologhe che ci hanno detto che utilizzano i racconti di fantasmi per esorcizzare le paure dei bambini, da quella del buio ad altre fobie. È un qualcosa che non avevamo affatto pensato e ci riempie di orgoglio!  

Italian Ghost Story - tour Terracina-2

Proponete i vostri tour esperienziali anche nelle scuole, come si svolgono e come interagiscono ragazzi e docenti con le vostre teatralizzazioni?

A.C.: Oggi c’è più interesse verso l’horror, un tempo era un argomento tabù che niente aveva a che fare con la cultura, ma ora è molto diverso. Il nostro progetto è molto giovane, è partito due anni fa con i libri e l’anno scorso con le visite guidate teatralizzate, in questo breve lasso di tempo siamo stati contattati ben due volte da due istituti superiori. In questo periodo stiamo preparando dei progetti più strutturati da presentare nelle scuole nei prossimi mesi. Il contatto con le scuole arriva sia perché i ragazzi rimangono colpiti e lo dicono ai professori, sia perché degli insegnanti hanno partecipato ad alcune presentazione dei libri e ci hanno invitati a collaborare con loro. È capitato sia a Fondi sia a Terracina con l‘Istituto Filosi, con il quale per esempio abbiamo partecipato a un progetto molto bello che rientrava nelle attività dell’Erasmus della scuola che in quel periodo ospitava dei ragazzi polacchi.  Siamo stati sia a scuola a presentare la nostra attività, sia abbiamo organizzato un ghost tour notturno nel centro storico di Terracina proprio per questi ragazzi. Anche se con qualche difficoltà linguistica, questa esperienza è stata davvero emozionante e ora i ragazzi, tornati in Polonia, cercheranno storie di fantasmi della loro città, creando così un ponte tra la nostra e la loro cultura.

Purtroppo il genere horror spesso è accompagnato da molti pregiudizi, ma spesso le storie di fantasmi raccontano tra le righe di soprusi, ingiustizie, punizioni inique. Quanto una storia di fantasmi può raccontare di un luogo e della comunità che lo ha abitato, di un intero periodo storico dei valori portati avanti in quegli anni?

A.C.: Stiamo cercando con questo progetto anche di toccare dei temi attuali e sociali, un esempio fra tanti la violenza sulle donne attraverso il fantasma di donne che in vita hanno subito soprusi e angherie, riusciamo a proporre uno spaccato della società che va al di là delle epoche. Attraverso un argomento che appassiona, le storie di fantasmi, è possibile attrarre il pubblico più giovane e portare comunque alla loro attenzione temi importanti. Nelle nostre storie non c’è mai l’horror o lo splatter fine a sé stesso, cerchiamo atmosfere suggestive, sempre legate ai luoghi. Infatti quello che speriamo è che i lettori, anche a prescindere dai tour, vadano a vedere i luoghi in cui sono ambientati i vari racconti.

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