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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Occupazione, cala del 10% il numero dei giovani pronti a entrare nel mondo del lavoro

La Cisl denuncia calo demografico e abbandono scolastico nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni: in provincia di Latina è del 9,6%

Sempre meno giovani e sempre più lontani dal mondo del lavoro. E' questa la situazione che si registra a Latina e nel resto del Lazio secondo il report realizzato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre che fotografa una situazione decisamente poco incoraggiante visto che tra il 2023 e il 2027 il mercato occupazionale italiano richiederà circa 3 milioni di addetti che dovranno sostituire chi avrà maturato il diritto di andare in pensione ma la fascia di età per subentrare, quella compresa tra i 18 e i 34 anni si sta vertiginosamente riducendo. Il Lazio rientra a pieno in questo quadro al quale va aggiunto l’allarmante fenomeno dell'abbandono scolastico .

Dal 2013 al 2023 la popolazione giovanile (15-34 anni) in Italia è scesa del 7,4%. Nel Lazio del 7%, facendo registrare un saldo negativo di 84.868 unità. Il calo più vistoso si è registrato in provincia di Frosinone, con un -19% (-21.975 persone). Poi Viterbo, con un -14,1% (-9.588). A Rieti un -12% (-4.106). A Latina invece il calo è del 9,6% che corrisponde a 12.499 unità in meno. Infine Roma, dove il calo è stato più contenuto: -4,2% (-36.820).

“La Cisl Lazio - commenta il Segretario Generale Enrico Coppotelli – ha più volte sollevato il problema dei giovani. Ai ragazzi che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro vengono offerte, nella migliore delle ipotesi, soluzioni di precariato, a tempo determinato e con salari assolutamente insufficienti. Impossibile in queste condizioni pensare di progettare un futuro, di immaginare una famiglia, di pianificare l'acquisto di un'abitazione. Il punto è questo, specialmente nelle province del Lazio. La perdita di giovani è assai preoccupante perché taglia le gambe ad una visione di prospettiva. Pur avendo sollevato il problema non abbiamo riscontrato da parte delle istituzioni quell'attenzione necessaria. Continueremo a farlo. Meno residenti e meno giovani implica anche una diminuzione della platea dei contribuenti. Nel Lazio, occorre investire di più sull'importanza della scuola, della formazione, del raccordo di tutto questo con il mondo del lavoro. Abbiamo sollevato il tema reale della pandemia delle povertà, sempre più estesa. Tante famiglie non arrivano a fine mese con uno stipendio ed tanto altre non possono contare nemmeno su quello.

Se non si rimette sul serio la persona al centro  - conclude Coppotelli - sarà inutile continuare a parlare di rilancio e di sviluppo ed è inutile sottolineare come la linfa sia rappresentata dai giovani”.

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