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Cultura Aprilia

Riapertura dei teatri: il punto di vista di Bruno Jorillo, gestore del Teatro Europa

Tra i più grandi teatri del Lazio, il Teatro Europa di Aprilia ospita da anni una ricca programmazione, il suo gestore fa il punto della situazione alla vigilia dell'annunciata riapertura

Secondo il DPCM firmato dal Presidente Mario Draghi lo scorso 2 marzo, i teatri e le sale cinematografiche che si trovano in zona gialla potranno riaprire seguendo severi protocolli per garantire la sicurezza degli spettatori: tra questi il veto tassativo di superare la capienza del 25% delle sale e il rispetto del coprifuoco alle 22.00 in tutto il Paese.

L’apertura sarà a partire dal prossimo 27 marzo, data simbolica in quanto si celebra la Giornata Mondiale del Teatro, sempre che i contagi, a causa delle varianti COVID che ormai circolano anche in Italia, non continuino ad aumentare.

Varie sono state le posizioni di gestori e proprietari degli spazi della cultura tra chi ha esultato a questo primo passo e chi è perplesso sulle modalità e la durata di queste aperture.

 Tra questi Bruno Jorillo che gestisce il Teatro Europa di Aprilia da quando nel 2015 lo ha risollevato da una situazione incerta portandolo ad essere un pulsante centro culturale, ha evidenziato diverse questioni circa le condizioni per la riapertura.

L’obbligo di occupare solo il 25% di posti disponibili senza comunque mai superare le 200 persone totali nel teatro, quindi comprendendo anche attori, tecnici e personale di sala, è un provvedimento che rischia di non garantire la copertura delle spese vive ad ogni spettacolo. “Il nostro Teatro Europa – prosegue Bruno Jorillo – ha una capienza di 956 posti a sedere. Con questo provvedimento potrebbero entrare meno di 200 persone tra le quali non solo il pubblico, ma anche gli artisti, i tecnici audio e di sala e il personale. Lo spettacolo dal vivo non può essere replicato più volte al giorno come se fosse una pellicola in cui basta riavvolgere il nastro e schiacciare nuovamente play. È il frutto di un grande lavoro di artisti che non sono macchine: recitano, cantano, hanno bisogno di prove, di spazi e di tempi che si devono rispettare e che non permettono di recuperare il taglio dei posti a sedere con una duplicazione delle repliche. Lo stesso costo di produzione diviene così impossibile da sostenere con l’attuale percentuale di capienza imposta”.

Un'altra tra le perplessità sollevate da molti è data dall’incertezza della situazione: dato che, nel caso di aumento dei contagi, si rischierebbe di richiudere nel giro di poche settimane, se non giorni, è praticamente impossibile pensare a una programmazione, che è fulcro centrale dell’organizzazione del teatro. “Gli spettacoli dal vivo – afferma sempre Jorillo – hanno bisogno di programmazione. Significa che uno spettacolo, frutto di mesi di lavoro di artisti, registi e tecnici va calendarizzato per tempo per essere pubblicizzato. Si comprende bene quanto sia poco praticabile per i teatri privati poter riaprire in presenza di una tale incertezza sanitaria variabile da settimana in settimana. Per non parlare degli accorgimenti sanitari, del coprifuoco dalle ore 22 e dell’impossibilità di spostarsi tra Regioni che rendono ancora più complessa la programmazione”.

Senza aiuti a copertura dei posti vacanti – tira le somme Jorillo – o almeno di una parte di essi o del costo dei lavoratori, la corsa alla riapertura che le Istituzioni stanno conducendo condannerà a morte il settore dello spettacolo dal vivo tutto. Perché bisogna ricordare che oltre allo spettacolo, in programma ci sono dei costi fissi ben definiti come Vigili del Fuoco, Energia, Riscaldamenti, personale, pulizie nonché costi mai venuti meno come l’affitto e le tasse, che i biglietti venduti non riuscirebbero a coprire. Le spese sarebbero in ogni caso superiori. Secondo me, poiché la salute dei cittadini viene prima di tutto, i teatri torneranno ad essere fruibili solo quando questa pandemia sarà del tutto o in gran parte risolta. Con ogni probabilità, ma dipenderà certamente da tanti fattori e in particolare dall’andamento della campagna di vaccinazione, si potrà ripartire non prima di ottobre prossimo”.

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