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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Aule universitarie nell’ex falegnameria, arriva il via libera dal Consiglio comunale

Approvata la convenzione. Celentano: “L’intervento in viale XVIII Dicembre implementa i servizi universitari nella nostra città e questo è nelle nostre corde”. Ciolfi lascia l’aula: “Lavoro frettoloso e sciatto”

E’ stata approvata all’unanimità dei presenti oggi in Consiglio comunale la convenzione che consente all’università La Sapienza di realizzare aule per attività didattiche e di ricerca della facoltà di Medicina nello stabile dell’ex falegnameria di viale XVII Dicembre. Soddisfazione per la sindaca di Latina Matilde Celentano e l’assessora all’Urbanistica Annalisa Muzio sia per il risultato ottenuto in aula che per il lavoro svolto dalla commissione Urbanistica e dagli uffici preposti “al fine di riuscire a dare una risposta per tempo all’università rispetto ad un progetto rimasto bloccato su quello che doveva essere lo strumento urbanistico più idoneo a concedere in uso l’immobile all’ateneo”.

“Dopo numerose interlocuzioni con Regione e Università – ha precisato Celentano, ricordando che l’ultimo carteggio risale a fine ottobre 2023 – l’amministrazione si è messa in moto per capire quale fosse la strada maestra per riuscire a rispondere alle esigenze della facoltà di Medicina, che riguardano tutta la città. Quindi, abbiamo deciso di procedere con l’articolo 23 quater del Dpr 80/2001 che consente la concessione in uso temporaneo di immobili per usi culturali e sociali. Grazie alla convenzione approvata, della durata trentennale, rinnovabile, l’università potrà immediatamente procedere all’avvio dei lavori”. “Ricordo – ha poi aggiunto Muzio – che i lavori oggetto della convenzione approvata oggi erano già stati aggiudicati. In questo modo abbiamo anche tutelato l’università dal non ricevere eventuali ricorsi rispetto alla mancanza di inizio lavori. Inoltre, abbiamo tutelato anche l’immobile che in base al piano di recupero era destinato ad essere abbattuto. Quindi, stiamo facendo un ottimo lavoro di rigenerazione urbane su un immobile che comunque ha un vincolo importante. La zona in cui ricade l’edificio sarà, comunque, oggetto di pianificazione, dovendo procedere alla pianificazione del centro storico. Con la delibera di oggi, oltre a sbloccare il caso particolare dell’utilizzo da parte dell’università dell’ex falegnameria, in concreto abbiamo dato anche un indirizzo che è quello che consentirà a Latina di diventare effettivamente una città universitaria, con più servizi”.

“L’intervento in viale XVIII Dicembre – ha concluso il sindaco Celentano - andrà ad implementare i servizi universitari nella nostra città e questo è nelle nostre corde. Come amministrazione comunale sosteniamo la necessità di fare di Latina una vera città universitaria, favorendo nuovi servizi, l’istituzione di nuove facoltà. Chi viene a Latina per motivi di studio, deve trovare la città attrezzata, a misura di studente. Le presenze universitarie sono indispensabili anche alla rivitalizzazione del centro storico”.

Ciolfi abbandona l’aula: “Lavoro frettoloso e sciatto”

Ha invece abbandonato l’aula al momento del voto la capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi per la quale la delibera portata in Consiglio “è il risultato raffazzonato di un lavoro condotto in fretta e con poca attenzione”. “La vicenda ha origine antiche risalenti al Centro di Alta Diagnostica, poi realizzato al Goretti. Al fine di rendere disponibile lo stabile, secondo il Ppe del quartiere R0 da demolire, si era ricorso alla richiesta di una puntuale variante urbanistica in Regione - ricostruisce Ciolfi -. L’iter è lunghissimo e quando il Comune se ne è reso conto ha deciso di adottare l'istituto dell'uso temporaneo, consentito dal testo unico per l’edilizia a fronte della rigenerazione urbana per uso pubblico, nella relativa commissione. Ma la Regione, nel frattempo, aveva comunicato che le due procedure non possono coesistere e dunque si è tornati in commissione, per emendare la delibera con la decadenza della procedura di variante in essere. Si è convocata la conferenza dei capigruppo e infine si è riportato il testo della delibera modificato in Consiglio convocato in urgenza, emendato per la parte che attiene alla richiesta di variante urbanistica in luogo dell’istituto d’uso temporaneo. Oggi, però, vengono fuori altre incongruenze: in primo luogo non è specificato se l’uso temporaneo avrà la medesima durata della convenzione o se sarà soggetto ad ulteriori proroghe cristallizzando di fatto una variante. Non si comprende se l'amministrazione riprenderà la variante, se lo farà come indicato dalla Regione non con variante puntuale a spot ma con una pianificazione dell'intero R0, e aggiungo, con una pianificazione strategica dell'intero territorio comunale. In ultimo perché nello schema attuativo che accompagna la delibera, è presente ancora il testo integrale oggetto di emendamento. L’eccezione sollevata nel mio intervento è stata confermata anche dall’assessore e dagli uffici competenti che hanno dovuto predisporre un subemendamento con nuova convocazione di conferenza dei capigruppo.

Stupisce - conclude poi la consigliera di opposizione - che il testo sia stato presentato, con aggiustamenti successivi, e approvato per ben tre volte in commissione. Che le motivazioni in una di queste occasioni erano riferibili al mancato parere contabile, poi misteriosamente sparito dagli adempimenti obbligatori della delibera odierna. Ma soprattutto l’urgenza e l’approssimazione con cui tutto l’iter di una delibera così importante sia stato condotto. Una ulteriore prova di superficialità e sciatteria che lascia spazio non solo a dubbi di natura procedurale. Come M5S non possiamo accettare questa modalità di operare, che limita la partecipazione democratica e non consente di svolgere appieno il nostro ruolo anche su tematiche che sentiamo particolarmente vicine come la prevista implementazione di laboratori e spazi per l'Università, disposta dalla mia stessa maggioranza nella precedente consiliatura, e mi obbliga oggi ad abbandonare l'aula al momento del voto come protesta contro questo metodo di lavoro inaccettabile”.

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