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Lunedì, 29 Aprile 2024
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San Rocco, patrono in diversi comuni pontini: un uomo dalla parte dei malati e degli infermi

Il Santo tra i più conosciuti nel mondo cattolico è protettore contro diverse malattie, è stato invocato anche durante la recente pandemia dai cattolici europei

Sono oltre 3000 comuni italiani che celebrano San Rocco come patrono e 1890 come compatron; di questi ben sei sono nella provincia pontina: Cisterna, Bassiano, Maenza, Norma, San Felice Circeo e Sperlonga.  

Tra i santi più amati e conosciuti, protettore dalla peste e dalle epidemie, sembra sia stato il santo più invocato anche durante il periodo del COVID-19 dai cattolici europei secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica inglese Ethics, Medicine and Public Health.
È stato immortalato in tantissime opere d’arte che lo raffigurano con le vesti da viandante accompagnato da un cane che porta in bocca un tozzo di pane.
Chi era San Rocco? Qual è la sua storia? Perché è così amato?

L’avventurosa vita di San Rocco

Nato da una famiglia agiata di Montpellier in Francia intorno al 1345/1350, San Rocco fu educato secondo il credo cristiano e ricevette una istruzione presso l'università di Montpellier, a soli vent’anni perse a distanza di poco l’uno dall’altro i genitori. Decise di prendere i voti e divenne frate francescano: donò ai poveri tutti i suoi averi e si incamminò come pellegrino alla volta di Roma.

Intraprese il suo viaggio negli anni 1367 e 1368, quando in Italia imperversava una terribile epidemia di peste. Lungo il tragitto per Roma si fermò in più località per prestare soccorso ai malati, in particolare ad Acquapendente (in provincia di Viterbo) riuscì a estinguere la pestilenza facendo il segno della croce sulla fronte dei tanti malati. Una volta giunto a Roma continuò la sua opera di aiuto degli infermi e dei bisognosi presso l’Ospedale di Santo Spirito per circa tre anni fino a quando non decise di tornare in Francia.

Lungo il cammino per Montpellier si fermò più e più volte ad aiutare i malati, fino a quando, giunto a Piacenza si ammalò a sua volta. Per non contagiare gli altri decise di isolarsi trovando rifugio lungo il fiume Trebbia, qui malato e senza cibo stava per morire di stenti finché non fu trovato da un cane che quotidianamente iniziò a portargli un tozzo di pane rubato dalla casa del suo padrone, che si pensa fosse Gottardo Pallastrelli signore del castello di Sarmato. Pallastrelli fu portato al cospetto del malato dal cane stesso e prontamente aiutò Rocco a rimettersi in salute. Fu talmente colpito dalla storia del pellegrino che decise a sua volta di donare tutti i suoi beni e seguire i suoi passi. Si pensa che sia stato il primo biografo di San Rocco.

Rimessosi in piedi, Rocco proseguì il cammino fino a Voghera dove lo zio, fratello della madre, era governatore. Trasfigurato dalla malattia e dagli stenti, non fu riconosciuto, anzi fu scambiato per una spia e rinchiuso in carcere. Qui egli non rivelò mai la sua identità, passava le giornate castigando sé stesso con continui digiuni, privazioni e flagellazioni. Il periodo del carcere durò tra i tre e i cinque anni, mentre fuori si spargeva la voce che un innocente fosse stato imprigionato. Fu trovato morto la mattina del 16 agosto in un anno imprecisato tra il 1376 e il 1379, aveva circa 32 anni. Accanto alla sua salma fu trovata una tavoletta con incisa la frase “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello”. La cittadinanza fu molto colpita dalla sua morte e da allora fu devota a San Rocco.

Il culto di San Rocco

La sua canonizzazione dovrebbe risalire al Concilio  di Costanza nel 1414 ma il suo culto si è sviluppato sin dal 1380 circa tra l’Italia e la Francia. Parte delle sue reliquie è a Voghera dove è morto, in parte a Montpellier e in diverse altre città italiane, tra le quali c’è anche Cisterna, ma il culti di San Rocco è diffuso anche in Spagna, Portogallo, Croazia, Belgio, Canada, Brasile, Argentina, Filippine, Venezuela, Iraq. È comunemente ritenuto santo protettore contro la peste, ma col tempo sono state associate al suo culto la lotta a diverse malattie come osteoporosi, tumore, leucemia e, in generale, contro le epidemie e tutte le malattie contagiose. È patrono dei volontari, dei pellegrini e dei viandanti, degli invalidi, dei prigionieri e degli emarginati, ma anche protettore degli animali, in particolare dei cani.

L’iconografia del Santo

Mingherlino, dai calli biondi e con le mani piccole ed eleganti, è di solito raffigurato con abiti da pellegrino: ovvero il mantello, un cappello, un bastone, una borraccia o una zucca, una conchiglia vuota, i segni della peste sul corpo e la compagnia di un cane. Essendo San Rocco uno dei santi maggiormente conosciuti, dal Medioevo a oggi, è stato immortalato in tantissimi dipinti e sculture. Data la diffusione del suo culto, sono nati anche tanti modi di dire legati al Santo, che per lo più fanno riferimento alla conclusione dell’estate e l’arrivo dell’autunno.

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