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Cultura

Candidatura di Latina a Capitale Italiana della Cultura 2026: le prime indiscrezioni

Svelati in conferenza stampa gli asset principali del dossier che sarà presentato al Ministero della Cultura

Si è tenuta nel tardo pomeriggio di ieri, 30 agosto, in una sala De Pasquale gremita di partecipanti, la conferenza stampa di presentazione degli asset strategici che faranno parte del dossier che il Comune presenterà per la candidatura di Latina a “Capitale italiana della cultura 2026”.

La sindaca Matilde Celentano affiancata dall’Assessora all’urbanistica Annalisa Muzio ha raccontato con entusiasmo e grande passione i motivi che le hanno spinte ad accettare questa sfida per la città. Accanto a loro la coordinatrice del progetto Daniela Cavallo architetto di Verona e Alberto Gottardi CEO della PG&W di Bergamo che ha ideato il logo realizzato per l’occasione.

L’idea è nata grazie al gemellaggio che l’Ordine degli Architetti di Verona ha già da qualche anno con quello di Latina. Le nostre architetture novecentesche da sempre hanno affascinato diversi professionisti della città veneta e in occasione di un convegno di qualche mese fa è stato proposto alla sindaca Celentano la candidatura di Latina a Capitale Italiana della Cultura 2026.

Una vera e propria sfida perché il tempo per consegnare il dossier è davvero poco e occorre mappare le varie realtà culturali di Latina, nonché i luoghi, le strategie, il racconto che si vuole fare della città e del suo territorio. E ovviamente Latina non è l’unica a presentare la domanda: a concorrere sono ben 26 città italiane dislocate in 14 regioni.

 “Che cos’è la cultura per noi? Cos’è la cultura per Latina e per questa Amministrazione? – esordisce la sindaca Celentano dopo i ringraziamenti di rito – si danno molte definizioni di cultura: è letteratura, è urbanistica, è museale, è danza, è spettacolo, è teatro, è musica. Per noi la cultura è altro: la cultura con la C maiuscola è la cura della città, è la cura del territorio e delle persone … la cultura è crescita e sviluppo”. L’intenzione della sindaca è quella di impegnarsi affinché i latinensi si sentano protagonisti degli spazi e della vita della città, uno dei modi per farlo sono le opportunità che questa candidatura potrà offrire a tutti.
Della questione in questi giorni se ne sta parlando tanto, chi in tono enfatico, chi in tono scettico e chi in tono polemico, di sicuro non ha lasciato indifferenti i cittadini. Le associazioni culturali del territorio, presenti in massa all’incontro, hanno aderito all’iniziativa in più di 70, portando idee e progetti e contribuendo a creare un progetto ricco e variegato. Il dossier da presentare al Ministero della Cultura è ancora segretato ma nell’incontro di oggi sono stati illustrati i tre principali filoni sui quali Latina si giocherà questa opportunità.

È stata una scelta coraggiosa – afferma Annalisa Muzio con passione – ci vuole coraggio a intraprendere un percorso che forse per la prima volta dopo la bonifica, vede tutta la cittadina unita e compatta per arrivare a un obbiettivo. Sono contentissima e convinta che questo passaggio che stiamo intraprendendo è la strada giusta per arrivare a fare quella seconda bonifica che tutti ci aspettiamo per la nostra città” e prosegue “Indipendentemente dal fatto che sono straconvinta che vinceremo,  la candidatura e il percorso che stiamo portando avanti sono percorsi di lavoro profondo. I tavoli di lavoro, che stanno lavorando in maniera celere e approfondita, ci consentiranno finalmente di avere quella struttura forte per riuscire a guardare con sguardo nuovo il nostro futuro, che è un futuro identitario. Perché Latina da sempre cerca la propria identità, una identità che forse abbiamo sotto gli occhi e che necessita soltanto di essere scoperta”.

I progetti

Nel dossier saranno proposti una serie di progetti, che riceveranno finanziamenti per essere realizzati, alcuni pensati ad hoc per la candidatura e altri che rimarranno a beneficio della città a prescindere da come andranno le cose. Progetti che si basano sulle principali caratteristiche della città e che viaggiano all’interno delle tematiche della progettazione europea sempre incentrata su integrazione, eco sostenibilità, valorizzazione dei luoghi e delle persone. Progetti che saranno trasversali e intenderanno la cultura come processo di sviluppo. L’idea è quella di far conoscere Latina a tutta l’Italia ma anche all’estero e, come ha affermato l’architetto Daniela Cavallo, la partecipazione e il sostegno di istituzioni, cittadini e associazioni sono stati sorprendenti. In un tempo brevissimo, circa un mese, è nato un comitato scientifico spontaneo che ha svolto un lavoro di ricerca approfondito che ha portato ai tre asset.

I tre asset del dossier

Sono stati creati tre tavoli di discussione che si incentreranno su tre argomenti principali da declinare poi in varie attività: Latina città dell’accoglienza che vede come referente Emilio Andreoli, Latina città di fondazione referente l’architetto Massimo Rosolini e Latina città dello sviluppo sostenibile referente Massimo Marini.
Tre asset dunque che parlano delle peculiarità della nostra città: un luogo in cui sono confluiti italiani provenienti da più regioni, nel quale si è innescato un processo di integrazione senza precedenti; un’architettura quasi unica, uno degli ultimi modelli urbanistici, se non il modello architettonico per antonomasia del ‘900, ma anche delle arti contemporanee, di cui Latina è pioniera e protagonista. E poi la sua economia fatta di agricoltura, impresa e industria.

Agli occhi esterni di Daniela Cavallo, segretario dell’Istituto Nazionale di Architettura del Triveneto, e Alberto Gottardi CEO dell’azienda che ha progettato anche il logo di questa candidatura, presentato proprio durante la conferenza stampa, Latina e il suo territorio sono luoghi da scoprire perché nonostante la giovane età hanno tanto da raccontare, non solo a livello architettonico e paesaggistico, ma anche a livello sociale e culturale. Dunque anche da loro arriva l’incoraggiamento a credere in questo progetto proprio per consolidare la nostra identità territoriale, per promuovere il territorio e sfruttare sapientemente le peculiarità della nostra città.

Dunque il progetto è avviato e proseguirà fino alla consegna del dossier al Ministero della Cultura, sarà vagliato insieme a quelli delle altre candidate e solo allora sapremo se Latina potrà essere Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2026. Indipendentemente dall’esito di questo iter, ci auguriamo che le tantissime realtà culturali, vive e attive sul territorio alcune anche da decenni, dopo questa mappatura siano tenute sempre nella giusta considerazione e che la cultura non sia vista come elemento “accessorio” per rallegrare i cittadini, ma un dovere sociale e civile, un reale impegno, anche economico, delle Amministrazioni Pubbliche e della comunità per la comunità.

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