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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Pd sui primi 100 giorni del governo Celentano: “Sindaco assente. Maggioranza senza un indirizzo politico chiaro”

La conferenza per parlare anche del definanziamento dei progetti Pnrr alla luce dell’ultima proposta governativa di revisione del piano. Sarubbo: “La nostra una denuncia politica che non può essere controbattuta”

“Un sindaco assente e una maggioranza senza un indirizzo politico chiaro”: così il gruppo consiliare del Partito Democratico racconta i primi 100 giorni dell’amministrazione di Latina guidata da Matilde Celentano. L’occasione per fare un bilancio di questi primi tre mesi di governo della città a guida centrodestra è stata la conferenza convocata nella sede del Pd anche per parlare del definanziamento dei progetti sul Pnrr alla luce dell’ultima proposta governativa di revisione del piano. 

“Se facciamo un’analisi dal 16 maggio a oggi vediamo un’amministrazione che non ha un indirizzo chiaro” ha detto il segretario comunale Leonardo Majocchi. Due gli esempi fra tutti, la candidatura di Latina a Capitale della cultura 2026 e il centenario. “Per quanto riguarda il primo tema vediamo un isolamento del capoluogo rispetto a un’altra realtà della provincia che è Gaeta il cui primo cittadino in una intervista ha spiegato che la candidatura della città del Golfo è stata costruita con un lavoro di anni, con il coinvolgimento di cittadini e partner privati. Queste condizioni a oggi non ci sono a Latina; non è possibile neanche capire in cosa consiste il dossier che è secretato” ha aggiunto il consigliere. “Ma in senso generale, avvertiamo un disordine e una mancanza di visione che si riflette anche nell’ordinaria amministrazione - ha aggiunto Majocchi -. Guardiamo il caso dei rifiuti delle ultime settimane. Si procede a vista, con un sindaco che comincia a essere troppo assente e con una maggioranza che non esprime un indirizzo politico chiaro”. 

Alle parole del segretario fanno eco quelle della consigliera Daniela Fiore che parla di “primi 100 giorni non brillanti per l’incapacità di dare una linea politica chiara e perché si procede con dichiarazioni di intenti. Ci sono delle figure fragili come quella della sindaca che è spesso assente come figura di primo piano, ma anche gli stessi assessori faticano ad assumere posizioni nette - ha rincarato Fiore -. Noi cerchiamo di svolgere il nostro compito di opposizione richiamando, con interrogazioni e richieste di convocazione delle commissioni, chi ha la responsabilità politica di assumere le scelte nell’interesse della città per avere spiegazioni e chiarimenti. Pensiamo alle commissioni caratterizzate da sedute con poco valore decisionale e molte fasi di ascolto ed esposizioni di temi senza che i soggetti preposti a esprimere una linea politica abbiano manifestato la direzione che intendono prendere. Noi siamo qui a controllare con la curiosità anche di sapere dove intendono portarci ma anche segnalando tutti quei percorsi poco chiari e le cose che non vanno”.

Ma la conferenza è stata anche l’occasione per il Pd per ribadire tutti i punti sul Pnrr e sul definanziamento di alcuni progetti evidenziati in più occasioni in questa settimana dal segretario provinciale Omar Sarubbo facendo riferimento al dossier presentato alle Camere il 31 luglio “Le proposte del Governo per la revisione del Pnrr e il capitolo Repowereu”. “Il nostro - ha precisato Sarubbo - non è un attacco alle Amministrazioni, ma all’Esecutivo. Il dossier spiega con chiarezza quali sono le misure che il Governo intende non finanziare più con l’utilizzo dei fondi del Pnrr per un totale di 15,9 miliardi. E si tratta soprattutto di misure che riguardano i finanziamenti ai Comuni per fare le opere. Il Governo così taglia ciò che ritiene essere a rischio, migliaia di interventi che fanno riferimento a migliaia di Comuni. Ma in questo modo si fanno due errori tecnici e il primo è un errore politico di valutazione, cioè pensare che i Comuni nel 2021 hanno tirato fuori progetti  irrealizzabili. Non è così anche perché molti di questi progetti sono in cantiere e altri sono già finiti. E nel caso in cui la proposta di definanziamento venisse accolta bisognerebbe andare a pagare quello che rimane da fare con altri fonti, come fondi statali, fondi strutturali o Fsc procurando quindi un danno successivo. Questo significa che tutto quello che è appena cominciato, quello che al momento è solo sulla carta, quello non è appaltato è a serio rischio. La nostra è una denuncia politica che non può essere controbattuta e loro non ammetteranno mai di aver commesso un errore; sono andati a toccare i Comuni pensando che fosse l’anello debole. Quindi - conclude Sarubbo -, la richiesta di definanziamento è una certezza, così come c’è un’altra probabilità che venga accettata me è una remota possibilità quella che possano essere trovati i nuovi fondi alternativi”. 

Nel dettaglio è entrata la capogruppo del Pd in Consiglio, Valeria Campagna che ha parlato di 224 progetti e 178 milioni di euro a rischio in provincia. “Siamo preoccupati; il documento ci sembra chiaro nell'elencare i definanziamenti ma non si capisce quali siano le nuove fonti di finanziamento. E temiamo che non ci saranno tutte le risorse per coprire i tagli. Così vengono penalizzati i Comuni”. Uno scenario che per Campagna ha effetti negativi sulla provincia e anche su Latina città che rischia di perdere 10 milioni di euro, in particolare sui “progetti per la rigenerazione urbana, come ad esempio i due non ancora aggiudicati dal Comune e che quindi sono ancora più indietro, e cioè quelli per l’ex scuola materna di via Milazzo per 1,7 milioni di euro e i 5 milioni per il parco Falcone Borsellino; proprio sul parco - ha aggiunto la consigliera - in Commissione avevamo chiesto rassicurazioni ricevendo risposte vaghe dall’assessore Carnevale che ci aveva detto che non c’erano problemi. Abbiamo voluto lanciare un campanello d’allarme per ricevere rassicurazioni concrete e non solo parole dalla filiera di Governo tanto decantata dalla sindaca in campagna elettorale”. 

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