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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

"Latina bonum facere": arriva il sostegno delle istituzioni e del mondo accademico

Il capoluogo ci crede e raccoglie consensi intorno al progetto presentato al ministero. Giovedì 14 la cerimonia di proclamazione della città vincitrice del titolo

E' in programma domani, giovedì 14 marzo, nella sala Spadolini del ministero della Cultura, la cerimonia di proclamazione della città vincitrice del titolo "Capitale italiana della cultura 2026". Con il progetto "Latina bonum facere" anche il capoluogo pontino è in corsa tra le dieci finaliste e per il Comune parteciperanno all'evento di domani la sindaca Matilde Celentano, l'assessora all'Urbanistica Annalisa Muzio e la direttrice del progetto Daniela Cavallo.

Critiche a parte, l'amministrazione comunale annuncia di aver avuto negli ultimi giorni importanti attestazioni di sostegno al progetto da parte di personalità autorevoli e provenienti dal mondo accademico. Tra queste, si è espresso Mosè Ricci, professore universitario di La Sapienza Università di Roma.  “Latina esprime l’idea mediterranea e italiana della città nuova, moderna, del ventesimo secolo  – ha dichiarato –. È una città che fonda le sue radici nella terra, nell’acqua, nel paesaggio ed è fatta di un centro istituzionale e di tanti borghi che rappresentano tante comunità e evocano un senso di appartenenza. Una città-paesaggio che va da dalle alture dell’interno alla pianura pontina, fino al mare. Ruralità, bellezza e senso delle istituzioni e della vita in comune. Questa è l’idea mediterranea e italiana della cultura, che Latina rappresenta”. Lo storico e critico dell'architettura Luigi Prestinenza Puglisi descrive invece Latina come “una città di fondazione, che da sempre dialoga con l’architettura. Potrebbe essere un’ottima Capitale della cultura”, mentre Marco Vivo, presidente dell'Istituto nazionale di architettura- sezione regionale del Lazio, sottolinea “la grande qualità del lavoro svolto e della documentazione presentata al Mic dal Comitato promotore di cui anche In/Arch Lazio fa parte": "Latina possiede caratteristiche uniche - commenta - e da quelle può sviluppare iniziative di livello internazionale in moltissimi settori, dalla sostenibilità ambientale, all'architettura, urbanistica, turismo, arte, artigianato, moda, spettacolo. L'unicità di Latina è nel suo essere "Città di fondazione", che parte a raggiera e si espande nel territorio". Parole di apprezzamento e incoraggiamento arrivano anche da Gian Arnaldo Caleffi, presidente dell’Associazione culturale Giuseppe Barbieri di Verona: “Complimenti a Latina. Siete riusciti a trasformare un cerchietto sulla carta geografica in una meta intrigante”.

“Latina, giovane città del Novecento, ambisce con orgoglio al titolo di Capitale della Cultura – ha inoltre dichiarato Pierantonio Palluzzi, presidente Ance Lazio -. Incarnazione di modernità e storia millenaria, questa città testimonia la coesistenza di un'eredità antica con il dinamismo della modernizzazione. Nel cuore di un territorio che narra di epoche passate e di civiltà perdute, Latina si candida a essere palcoscenico di un dialogo culturale senza tempo. Per Latina, la candidatura rappresenta una promessa di futuro, un impegno verso la crescita e l'innovazione nel segno della tradizione e della cultura condivisa. In bocca al lupo, Latina”.

Sul progetto interviene anche Massimo Rosolini, presidente dell’ordine degli Architetti di Latina. “Latina Bonum Facere” ha visto nel complesso l’adesione di 16 comuni della provincia pontina, a cui si aggiungono quelli fuori provincia tra cui Frosinone, con l’interessamento del sindaco Riccardo Mastrangeli, e di svariati partner culturali tra cui Università La Sapienza, Parco Archeologico Appia Antica, Fondazione Caetani, Parco Nazionale del Circeo, Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, Diocesi di Latina, Istituto Nazionale di Sociologia e Sintur. “Non c’è, in Italia, una città come Latina - commenta Rosolini - Ce ne sono di più belle, di più antiche, di più importanti, ma nessuna come lei. Nessuna rappresenta quello che lei rappresenta: un pezzo unico della storia italiana contemporanea. Un pezzo unico del Novecento. Un secolo finito, ma che getta ancora fino a noi la sua ombra, i suoi temi, o almeno le conseguenze di essi. Un secolo che è la nostra storia e che non finiremo mai di studiare e conoscere se vogliamo capire il presente. Latina è il luogo in cui la storia delle città, la storia dell’architettura e quella dell’urbanistica, la storia della tecnica e della trasformazione del territorio, l’intervento dell’ambiente e la vicenda delle comunità umane si intrecciano. Lo ha capito Antonio Pennacchi che, raccontando la vita di persone, la raccontato la storia d’Italia. Può una città come questa, il fenomeno e i significati che rappresenta, stare tra le capitali italiane della cultura? Siamo convinti di sì, e anzi pensiamo che eleggerla sia un dovere culturale per tutti noi e un impegno da perseguire in questa occasione e anche oltre questa, verso il centenario del 2032”.

A sostegno di Latina capitale italiana della cultura 2026 anche Federico Massimo Ceschin, presidente di SIMTUR, Società Italiana professionisti mobilità e turismo sostenibile. “C’è un elemento che ci appare del tutto straordinario ed è che Latina, insieme a una parte dell’Italia con radici rurali e contadine, negli ultimi decenni, si è vista voltare le spalle in favore di un frainteso senso del progresso che vedeva un modello di crescita senza limiti per trovarsi infine marginalizzata”. Benedetto Delle Site, presidente nazionale del Movimento Giovani Ucid, vice segretario nazionale e presidente provinciale della Federproprietà, aggiunge: “Sono proprio le competizioni come questa a poter innescare processi virtuosi sotto il profilo socio-economico e politico-amministrativo, stimolando una maratona civile e rinfrancando l’amor proprio di una comunità. La città ha sempre espresso una importante sensibilità culturale, sia pure alle volte non largamente diffusa e partecipata. Latina esprime una storia che ha caratteri di unicità per la sua fondazione. E l’Italia è ricca di “ambasciatori” dell’eccellenza pontina in numerosi campi culturali, scientifici e professionali. Va quindi dato atto, comunque vada, a tre donne agguerrite, il sindaco Celentano, l’assessore Muzio e l’architetto Cavallo, di aver fatto l’impossibile e avviato un processo virtuoso nel segno di una nuova consapevolezza delle potenzialità cittadine. Di aver creato, attorno alla candidatura del capoluogo, una rete di aspiranti partners territoriali in grado di supportare la domanda che la nomina di Latina andrebbe a generare ad esempio in termini di turismo”. Infine, l'intervento di sostegno di Paola Bonuzzi, vice presidente dell'ordine degli Architetti di Verona: “Il nostro Ordine e quello di Latina – ha spiegato con un video diffuso sui social - hanno sancito un gemellaggio culturale, che si fonda sugli interessi comuni dei rispettivi territori: iniziative per la promozione della cultura e della conoscenza dell’architettura. Sosteniamo con convinzione la candidatura di Latina a capitale italiana della cultura 2026. Siamo convinti che Latina meriti la vittoria e l’opportunità di permettere a persone di paesi diversi di conoscere le sue incredibilità peculiarità”.
 

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