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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Il 50% delle coste laziali è a rischio erosione, attivata una cabina di regia regionale

Tante le criticità illustrate dagli amministratori locali durante un'audizione

Interventi entro la fine dell’anno, un piano organico di intervento e una cabina di regia permanente. È quanto è emerso nel corso dell’audizione che si è tenuta presso XII commissione tutela del territorio della Regione Lazio, presieduta da Nazareno Neri, sullo stato dell'erosione costiera nel litorale laziale. Un incontro al termine del quale è emerso come il mare, anno dopo anno, si stia mangiando fette di territorio arrecando danni praticamente a tutti i livelli. Federbalneari Lazio, durante l’audizione, ha lanciato l’allarme: il 50% delle coste laziali è a rischio erosione.

Provincia di Viterbo

Fortemente interessata dal fenomeno dell’erosione costiera è la provincia di Viterbo. All’audizione era presente l’assessore all’urbanistica di Montalto di Castro, Marco Fedele, il quale ha ricordato come, in passato, siano stati effettuati degli interventi contro l’erosione ma ora ne servirebbero di altri. Situazione analoga per Tarquinia. Il sindaco Alessandro Giulivi ha spiegato che l’ultimo ripascimento del litorale del comune risale ormai a 20 anni fa. Per questo, è diventato fondamentale realizzare una nuova barriera per non perdere altre porzioni di spiaggia.

Litorale romano

Il problema dell’erosione preoccupa gli amministratori locali della provincia di Roma. Ad Anzio, ad esempio, sono ben 7 i chilometri di costa a rischio, con 18 stabilimenti balneari interessati. Qui sono stati già installati dei frangiflutti ma occorrono ulteriori interventi. Il problema è molto sentito anche a Santa Marinella, dove serve intervenire anche per proteggere alcuni beni di rilevanza storica come, ad esempio, Villa Saracena e Castello Odescalchi.

I rappresentanti di Cerveteri e Ladispoli sono preoccupati, invece, per la situazione dell’area protetta che condividono i due comuni a nord di Roma. Per questo, fa ben sperare il fatto che il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando, abbia annunciato che sono in corso di utilizzazione i sei milioni, arrivati sotto forma di contributi, per interventi sul litorale.

400 mila euro sono stati già utilizzati a Civitavecchia mentre per Fiumicino il problema non è più solo la manutenzione delle coste ma ora anche quello dei manufatti su di esse presenti. Qui sono stati stanziati 4 milioni di euro di interventi.

È invece a rischio l’attività ittica nel comune di Pomezia. La sindaca Veronica Felici ha parlato di ben 9 chilometra di costa lineare a rischio erosione, una situazione che sta creando non pochi problemi ai pescatori locali.

Inquinamento

Non c’è solo l’erosione a compromettere l’utilizzo delle spiagge. Il sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini, ha portato il problema dell’inquinamento dei canali. Una situazione che, secondo il primo cittadino, comporta il mancato utilizzo di 3 chilometri e mezzo di costa. Discorso analogo a Nettuno, comune per il quale è intervenuto il commissario straordinario, dove c’è anche il problema delle frane nel territorio del comune.

Provincia di Latina

A Latina e provincia le criticità non riguardano solo gli stabilimenti balneari. Nel capoluogo, infatti, c’è il rischio di vedere scomparire dei prodotti tipici del territorio. Lo ha detto l’assessore di Latina al turismo e alla marina Gianluca Di Cocco, intervenuto in audizione. Quest’ultimo ha sottolineato come uno dei problemi sia stato il mancato coordinamento dei comuni, dicendosi quindi soddisfatto della nuova cabina di regia regionale. Per Latina, serve un ripascimento morbido (così come a Sperlonga) della costa che si potrà fare anche grazie ad un finanziamento di cinque milioni e mezzo.  Il comune di Gaeta ha chiesto di coinvolgere nella lotta all’erosione anche gli operatori economici del settore ittico mentre Albero Mosca, sindaco di Sabaudia, ha lanciato l’allarme visto che ben 20 chilometri di costa del territorio che amministra sono a rischio.

Scontro tra ambientalisti e balneari

Dopo l’audizione degli amministratori locali la mattina, nel pomeriggio è stato il turno delle associazioni di categoria. Duro scontro tra Legambiente e Mare Libero da una parte con Assobalneari Lazio. Le prime due, infatti, hanno sostenuto che il problema dell’erosione sia di natura prettamente antropica e che servirebbe rimuovere il “cemento” ed altre strutture dalle coste. Posizione nettamente criticata da Assobalneari Italia Lazio che ha ricordato come il mare sia di tutti e che non è giusto mettere in contrapposizione il problema ambientale con le componenti economiche della questione.

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