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Scuole a settembre, pochi docenti e classi pollaio: la denuncia della Gilda

L’allarme del sindacato nei giorni in cui si lavora all’adeguamento degli organici, che continuano a prevedere il tetto dei 27 alunni per classe

"Nonostante l’emergenza sanitaria, tutt’altro che superata, si continuano a programmare gli organici del personale scolastico e il numero di alunni per classe secondo norme non adeguate. Il rischio è di ritrovarci a settembre con un contingente di docenti e Ata insufficiente e classi pollaio, dunque con un nulla di fatto per la sicurezza delle nostre scuole". La denuncia arriva dalla Gilda Unams di Latina per voce della coordinatrice provinciale Patrizia Giovannini. La referente del sindacato segnala la situazione di grande difficoltà che stanno vivendo le scuole, dove distanziamento, presidi sanitari, screening e dispositivi di protezione non sono ancora stati aggiornati alla luce degli ultimi contagi dovute alle varianti Covid. "In questi giorni, in seno alle operazioni per la mobilità 2021/22 degli insegnanti - spiega - si sta lavorando sulla formulazione degli organici per il prossimo anno scolastico; entro l’ultima decade di maggio, infatti, saranno stabiliti i numeri delle classi, degli alunni per classe, dei docenti necessari in organico di diritto. La situazione attuale imporrebbe di rivedere i criteri e i parametri circa la formazione delle classi e il rapporto tra docenti e alunni. Eppure si continua a prevedere il tetto di minimo 27 alunni per classe, anche alla presenza di disabili con deficit lievi, elevabile tra l’altro fino a 30 unità. Il tutto senza considerare gli effettivi spazi disponibili all’interno degli edifici scolastici nei diversi territori e nelle singole strutture edilizie, spesso molto differenti tra le regioni. Oggi, di fronte alle varianti pericolose soprattutto per i più giovani, è impensabile insistere nel disegnare una scuola che non tenga conto delle necessità igienico-sanitarie, territoriali ed educative".  

"Si continua a parlare di scuola, aperture, chiusure  ma senza gli opportuni investimenti - afferma ancora la sindacalista - Oltretutto non possono dirsi risolti i problemi legati al digitale: per via delle continue quarantene, la didattica integrata è sempre più presente e dannosa, tanto per gli insegnanti quanto per gli studenti. L’unica valida sarebbe la didattica in presenza, ma le condizioni ancora non la permettono. Quando le quarantene cominciano a diventare un problema, come sta accadendo in questi giorni in molti istituti dall’infanzia alle superiori, per la continuità didattica sarebbe più efficace la Dad. A settembre - conclude Giovannini - rischiamo condizioni anche peggiori di oggi se non si adottano subito misure adeguate per la definizione degli organici, oltre che di protezione e prevenzione".

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