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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità

I lager della democrazia: confronto sui centri di permanenza per il rimpatrio

Iniziativa del Centro Donna Lilith per accendere i riflettori sulle condizioni di vita dei migranti nelle strutture di accoglienza

Si parlerà dei centri di permanenza per il rimpatrio, i non-luoghi in cui finiscono le persone migranti prive di documenti regolari di soggiorno, in attesa di essere deportate nel proprio paese di origine nell’incontro promosso dal Centro Donna Lilith per sabato 13 aprile a partire dalle ore 18 presso lo spazio Latinadamare di viale XVIII Dicembre.

Le persone detenute all’interno dei CPR non hanno commesso dei reati ma un illecito amministrativo e vengono private della libertà personale perché i loro documenti non sono in regola, perché sono esse stesse considerate “irregolari”. Una situazione sulla quale vuole accendere i riflettori il centro Lilith, da anni impegnato in prima linea nell’ascolto, nel sostegno e nel supporto delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate, garantendo loro uno spazio protetto, sicuro e non giudicante dove rielaborare le loro storie di vita caratterizzate da un’estrema violenza di genere, attraverso lo strumento importantissimo del lavoro tra donne e per le donne coadiuvato del fondamentale lavoro delle mediatrici culturali e linguistiche formate sulle tematiche della violenza di genere. 

Dialogheranno insieme alle socie Cesare Mariani, operatore dello sportello legale del Naga di Milano, Camilla Ponti, psicologa della Rete Mai Più Lager - No ai Cpr di Milano e Francesca De Masi, operatrice anti-tratta della Cooperativa Sociale BeFree di Roma.

“Per la nostra associazione – sottolinea Irene Fucsia, responsabile del Centro antiviolenza di Latina - è importante dare voce a tutte quelle donne rese invisibili a causa del mancato riconoscimento sul nostro territorio. Donne che nel loro percorso di migrazione e durante la permanenza in CPR sono sottoposte a maggiori discriminazioni e abusi legati al genere. Crediamo quindi che sia importante aprire sabato un tavolo di confronto sul nostro territorio con la popolazione e gli altri attori e attrici che partecipano attivamente alla rete nazionale che osserva e denuncia quanto accade nei CPR.” 

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