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Ddl Zan, Tiziano Ferro: “Non pensavo che uno scroscio di applausi potesse essere così doloroso”

Il cantautore pontino affida ad una diretta Instagram il suo commento al voto di ieri in Senato che ha affossato il disegno di legge sull’omotransfobia

Non pensavo che uno scroscio di applausi potesse essere così doloroso”: anche Tiziano Ferro si unisce al coro di artisti che hanno fatto sentire la loro voce dopo l’affossamento del Ddl Zan ieri in Senato dove è saltato l'esame degli articoli ed emendamenti che di fatto ha bloccato l’iter del disegno di legge contro l’omotransfobia che era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020.

L’Aula si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola” chiesta da Lega e Fdi e la votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata poi accolta da un fragoroso applauso con le immagini riprese all’interno del Senato che da ieri sono sotto gli occhi di tutti.

Ed è proprio quell’applauso a provocare più dolore. Un dolore che traspare chiaramente anche dalle parole di Tiziano Ferro. Lui che del calore degli applausi, quelli pieni di amore dei suoi fan, si nutre ad ogni concerto e che affida ad una diretta su Instagram il suo commento, a tratti commovente, su quanto accaduto ieri in Aula. In sottofondo il fragore delle mani che battono e le urla del Senato mentre sullo schermo compaiono le parole del cantautore di Latina con una sua foto che a poco a poco viene cancellata, coperta da sassi.

"Io l'ho sempre saputo di non essere nessuno, sempre. Uno sfigato, uno che canta canzoni per depressi come lui, un frocio qualsiasi", ha scritto Tiziano Ferro. "Me l'hanno detto da quando sono nato. Me l'hanno urlato a pugni e sputi davanti a tutti i compagni di scuola, l'hanno insinuato per anni sui giornali, sottovoce per strada, mi hanno umiliato nelle canzoni, per passaparola col dito puntato, a voce alta e lo sguardo basso, con finta compassione e spietata inclemenza”. Poi quella conclusione che deve far riflettere, anche e soprattutto chi ieri in quell’Aula si è alzato in piedi per battere le mani: “Non pensavo che uno scroscio di applausi potesse essere così doloroso”. A chiudere gli altrettanto eloquenti hashtag #unaltropostinutile, #nonsononessuno, #iononesisto.

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