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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

“L’orco non vive nelle favole”: a Latina l’incontro su abusi e violenza minorile

Si terrà il 6 giugno presso la Curia Vescovile il convegno organizzato dall’associazione Forma Mentis, in collaborazione con il Centro Polispecialistico San Giuseppe

L’orco non vive nelle favole”: è questo il titolo del convegno dedicato al tema dell’abuso e della violenza minorile che si terrà domani, mercoledì 6 giugno, presso la Curia Vescovile. Ad organizzarlo l’Associazione di Promozione Sociale Forma Mentis, in collaborazione con il Centro Polispecialistico San Giuseppe di Latina.

“Questa iniziativa nasce dalla volontà di affrontare a viso aperto un problema che ci sta molto a cuore – sottolinea Clarita Pucci presidente dell’associazione Forma Mentis – il dramma dei bambini abusati. Ci siamo chiesti cosa potevamo fare per far aprire gli occhi a genitori ed insegnanti e fornire loro degli strumenti di interpretazione atti a suggerire delle modalità di intervento per far uscire queste piccole vittime dal tunnel del silenzio e dell’orrore e abbiamo trovato nel Centro Polispecialistico San Giuseppe di Latina Scalo la stessa sensibilità nei confronti di un tema così delicato. Una volta i nostri genitori raccomandavano di non accettare caramelle dagli sconosciuti, oggi la ricerca sul tema dell’abuso evidenzia i limiti di questa affermazione considerato che, nella gran parte dei casi, l’abusante è una persona conosciuta e di cui il minore si fida.”

“Secondo l’OMS - spiegano gli organizzatori dell’incontro - sono più di ottantamila ogni anno in Italia, i bambini e gli adolescenti di entrambi i sessi, vittime di vessazione, maltrattamenti, abusi sessuali ed emotivi, abbandono e trascuratezza e più giovane è la vittima, più alto il tasso di vittimizzazione. Per contrastare la violenza e gli abusi è necessario mettere in atto strategie di prevenzione e attività di sensibilizzazione rivolte alle scuole per informare gli studenti in merito al fenomeno dell’abuso sessuale.

La scuola costituisce un osservatorio privilegiato dal quale si possono riconoscere segnali di disagio per i quali attivare un iter diagnostico mirato segnalando il bambino ai servizi competenti. Gli assistenti educativi di asili nido, gli insegnanti di scuola materna e gli insegnanti della scuola dell’obbligo e superiore hanno modo di osservare e stare con il bambino a partire dalla tenera età e per molte ore durante il giorno, pertanto la capacità e la sensibilità degli operatori nel riconoscere le condizioni di abuso, sono essenziali nella fase di rilevamento. Un rilevamento precoce permette di attenzionare la situazione problematica coinvolgendo altri operatori con specifiche competenze nella diagnosi e nel trattamento, dando vita ad un efficace intervento multidisciplinare integrato”.

Da qui il convegno del 6 giugno che diventa un’occasione di confronto tra tutte le figure che, a vario titolo, potrebbero trovarsi ad affrontare una situazione di disagio generata da maltrattamenti o abusi. Un dialogo aperto tra professionisti di vari settori, da quello sanitario a quello giuridico, educativo e delle politiche sociali, volto a fornire adeguati strumenti di interpretazione e modalità di intervento, a vantaggio del benessere psico-fisico del bambino. 

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