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Cronaca Cisterna di Latina

Omicidio di Desirée, si riparte con il nuovo processo in Corte di assise di appello

L'udienza è stata fissata per il 17 aprile. La Corte di cassazione ha annullato la condanna all'ergastolo per Mamadou Gara

Torna davanti alla Corte di assise di appello di Roma il processo per l'omicidio della 16enne di Cisterna Desirée Mariottini,  in un palazzo abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma il 19 ottobre 2018. Il nuovo processo è stato fissato per il 17 aprile prossimo dopo che la Corte di Cassazione il 20 ottobre scorso, accogliendo i ricorsi presentati dai legali dei quattro imputati, aveva annullato parte della precedente sentenza emessa dalla stessa Corte di assise di appello a novembre 2022.

Con quel pronunciamento la Suprema Corte aveva stabilito la necessità di un nuovo processo per Mamadou Gara, che sia in primo grado che in appello era stato condannato all'ergastolo, limitatamente all'accusa di omicidio; per Brian Minthe in relazione all'accusa di cessione di sostanze stupefacenti, per il quale è caduta un'aggravante cosi come per il coimputato Alinno Chima: questi ultimi due erano stati condannati in appello rispettivamente a 27 anni e a 24 anni e mezzo di reclusione. La Cassazione inoltre ha annullato la sentenza di condanna per violenza sessuale a carico di Yousef Salia, che era stato condannato all'ergastolo nei giudizi di merito, confermando la sua responsabilità per gli altri capi di imputazione a fronte di una richiesta del procuratore Simone Perelli di conferma delle condanne per i quattro imputati, ritenuti responsabili a vario titolo a vario titolo di omicidio, violenza sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti. Era stata la stessa Cassazione a spiegare di avere confermato il giudizio di responsabilità nei confronti degli imputati Salia Yusif, Alinno Chima e Minteh Brian per l'omicidio", mentre, su tale ipotesi di reato, per Gara Mamadou, la sentenza è stata annullata con rinvio per nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte di assise di appello di Roma". Inoltre, si legge ancora nella nota, "è stato confermato il giudizio di responsabilità nei confronti di Salia Yusif e Mamadou Gara per la violenza sessuale commessa in danno" della vittima: l'annullamento senza rinvio pronunciato nei confronti di Salia sarebbe legato al fatto che tale reato sarebbe stato assorbito in quello di omicidio, applicando quanto previsto l'articolo 84 del codice penale. Sono stati, infine, conclude la nota, "confermati i giudizi di responsabilità per le cessioni di sostanze stupefacenti, fatta eccezione per un'ipotesi di reato, ascritta a Minteh Brian, per la quale la sentenza è stata annullata con rinvio per nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte di assise di appello di Roma".

Una sentenza che aveva colto di sorpresa i legali dei familiari della 16enne, costituito parte civile con gli avvocati civile Maria Belli, Maria Teresa Ciotti e Claudia Sorrenti. Il 14 aprile la partite giudiziaria si riapre.

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