Coronavirus, lavoratori fragili in ufficio ogni giorno: scoppia il caso del Giudice di pace
Un provvedimento del presidente del Tribunale dispone che lavorino dalle 9 alle 11 a casa, poi le altre ore in sede. La denuncia della Confsal Unsa
Ci sono i lavoratori ‘fragili’ impiegati presso l’Ufficio del giudice di pace di Latina al centro del caso sollevato dal segretario provinciale Confsal-Unsa Quirino Leomazzi.
Un provvedimento adottato dal Presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti dispone infatti che a partire dal 2 maggio prossimo i dipendenti inseriti in questa categoria, che in fase di pandemia lavoravano quattro giorni in smart working da casa e uno in sede, ‘osserveranno cinque giorni di lavoro agile per due ore al giorno dalle 9 alle 11a casa in coincidenza con l’apertura dell’Ufficio al pubblico e per cinque ore e 12 minuti svolgeranno la loro prestazione in presenza in ufficio’.
“Un provvedimento, emesso senza una motivazione – attacca Leomazzi - che di fatto annulla lo scopo e le finalità per cui è stato pensato il lavoro agile in questo periodo di pandemia. Non vi è alcun precedente al riguardo di provvedimenti simili in tutto il territorio nazionale da parte di capi di altri uffici giudiziari, peraltro in contrasto con norme e circolari emanate a livello nazionale in materia di pandemia, non da ultimo il Decreto sostegni che di fatto proroga sino al 30 giugno il lavoro in modalità smart working per i lavoratori fragili nonché la circolare del Direttore Generale del Ministero della Giustizia la cui ratio è quella di consentire a questi lo svolgimento della prestazione lavorativa da remoto per cinque giorni alla settimana. Ipotizzando che le motivazioni per cui è stato emesso il provvedimento siano dovute ad evidenti carenze di personale – continua il rappresentante sindacale - viene da chiedersi perché dei dieci operatori giudiziari assegnati al Tribunale da circa un mese nessuno è stato applicato all’ufficio del Giudice di Pace e perché le stesse disposizioni non sono state estese anche ai lavoratori fragili in servizio presso il Tribunale di Latina”.
Leomazzi ha quindi scritto, oltre che al Presidente del Tribunale, anche al Presidente della Corte di Appello, al Consiglio superiore della magistratura e al Dipartimento di prevenzione della Asl di Latina per chiedere la revoca immediata del provvedimento e se ciò non accadesse ha già preannunciato un sit-in di protesta tutti i giorni dalle 9 alle 11 sotto l’ufficio del Giudice di Pace al fianco dei lavoratori fragili.