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Cronaca Pontinia

Rifiuti pericolosi interrati nelle discariche abusive, la Procura: "Danno ambientale gravissimo"

I risvolti dell'inchiesta Smokin' Fields. Nei terreni piantati olivi e granturco

"Un danno ambientale enorme", così il procuratore facente funzioni di Roma Michele Prestipino ha descritto ieri, nel corso della conferenza stampa convocata a Roma, le conseguenze dello sversamento ripetuto per anni di rifiuti speciali che erano classificati falsamente come compost all'interno di terreni e di discariche abusive intorno alla Sep di Pontinia e anche nel terrirtorio della provincia di Roma. I rifiuti provenivano dalla Sep di Pontinia. 

Operazione Smokin' Fields, traffico illecito di rifiuti: sequestrata la Sep

Ieri l'operazione Smokin' Fields ha portato a numerosi sequestri tra le province di Latina e di Roma. I sigilli sono scattati per la stessa Sep, per altre aziende pontine e romane, per terreni usati come discariche e per mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti. "Nei terreni in cui è stato interrato il finto compost - hanno precisato gli inquirenti - sono stati piantati anche olivi e granturco e sono attigui ad altre piantagioni  il rischio che tramite le falde acquifere questo materiale possa aver inquinato le coltivazioni c’è ed è reale". Non a caso l'operazione, nata in provincia di Latina da una serie di esposti presentati dai comitati cittadini, è stata denominata "Smokin' Fields", letteralmente "Terreni fumanti". Una sorta di "terra dei fuochi" tra Latina e Roma. 

Gli investigatori hanno scandagliato il territorio metro per metro, attraverso rilevazioni fotografiche anche satellitari, oltre a video aerei e intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo quanto accertato dalle analisi e dai campionamenti effettuati sui terreni, la Sep di Pontinia spacciava per compost materiale che, in realtà, era classificato come rifiuto. La società poi sversava il materiale prodotto non solo in zone vicine all’azienda ma anche in terreni agricoli della provincia di Roma, scavando in alcuni casi anche profonde buche con le ruspe, come si vede dai video (sopra). L’inchiesta ha accertato poi che gran parte del materiale pericoloso veniva portato in una discarica non autorizzata per tali rifiuti risparmiando, secondo l’accusa, oltre un milione di euro.

Sono 23 gli indagati, tra cui molti pontini, a cui vengono contestati a vario titolo i reati di concorso in traffico illecito di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico per la predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva.

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