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Cronaca

Tredici anni fa l'omicidio di Paolo Celani: riaperte le indagini

Fondamentali le dichiarazioni dei nuovi collaboratori di giustizia, all'epoca affiliati ai clan. Il 46enne fu raggiunto da una raffica di colpi d'arma da fuoco all'alba dell'11 gennaio 2010

All'alba dell'11 gennaio 2010, pochi giorni prima della faida criminale tra i clan del capoluogo, Paolo Celani, 46 anni, personaggio già noto negli ambienti criminali cittadini, fu raggiunto da una raffica di colpi esplosi da una pistola calibro 45. Era nella sua casa di viale Petrarca, venne svegliato da alcuni rumori sospetti e quando aprì la finestra i proiettili lo centrarono ferendolo gravemente all'addome e agli arti. Portato d'urgenza in ospedale, fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Morì però sei mesi più tardi, per alcune complicazioni sorte in seguito a una seconda operazione. Quello che era prima un tentato omicidio,  che apriva di fatto la strada alla guerra criminale del capoluogo, divenne dunque un omicidio volontario, rimasto però senza un colpevole e senza un movente accertato.

Tredici anni dopo la procura ha disposto la riapertura delle indagini, seguite dalla squadra mobile di Latina e dagli investigatori del vicequestore Mattia Falso. A riaprire il caso e a gettare una nuova luce sulle dinamiche criminali delle vecchie faide hanno contribuito, come già avvenuto per altre recenti operazioni di polizia,  le rivelazioni dei collaboratori di giustizia, un tempo affiliati ai clan rom del capoluogo. 

Se Celani prima della sua morte scelse di non rivelare nulla agli investigatori, la sua figura emerge però accanto a quella di Ferdinando Ciarelli, per il quale lavorava occupandosi di una parte della gestione dello spaccio e dell'usura. A lui si rivolse anche Andrea Pradissitto quando tentava di accreditarsi con la famiglia e di affiliarsi al clan dei Ciarelli. Poco dopo il suo ferimento venne iscritto sul registro degli indagati Marco Ranieri, allora 47enne, ritenuto responsabile della detenzione di un grosso quantitativo di armi e accusato anche dell'omicidio di Celani. Dopo pochi mesi però, in assenza di elementi e riscontri concreti, l'accusa era caduta e una richiesta di archiviazione sull'agguato di viale Petrarca era arrivata dalla stessa procura.

Le più recenti indagini sulla criminalità locale, i numerosi arresti che hanno decapitato i clan e soprattutto la presenza di nuovi collaboratori di giustizia hanno ora riacceso i riflettori anche su questo vecchio caso rimasto irrisolto e gli investigatori, alla luce dei nuovi elementi raccolti, sperano di riuscire a ricostruire con precisione il quadro e a trovare prove che inchiodino i colpevoli, mandanti ed esecutori.

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