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Cronaca

Evasione fiscale, bocciato il ricorso di Tiziano Ferro: per lui sanzioni più pesanti

Il verdetto della Corte di Cassazione sull'ennesimo ricorso del cantante contro l'Agenzia delle Entrate di Latina

Deve pagare e con sanzioni ancora maggiori rispetto ad un normale contribuente. Si è pronunciata in questi termini la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso del cantante pontino Tiziano Ferro contro gli avvisi di accertamento da parte della Agenzia delle Entrate di Latina per un’evasione fiscale complessiva di 6 milioni di euro.

Gli accertamenti inviati nel 2009 riguardavano Irpef, Irap e Iva, con le relative sanzioni, in riferimento alle dichiarazioni dei redditi del 2006, 2007 e 2008. E se tre anni fa la pop star, che ha sostenuto di essersi realmente trasferito in Inghilterra, era stata assolta nel processo penale dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, per non aver commesso il fatto, oggi dopo dieci anni di battaglie legali e quattro ricorsi in Cassazione, dovrà pagare.

I giudici della Suprema Corte hanno usato parole particolarmente dure nei confronti del comportamento di Tiziano Ferro tanto da decidere di applicare sanzioni più pesanti  “tenuto conto della natura dolosa del comportamento, dell'assenza di condotte intese ad eliminare gli effetti della condotta evasiva, dell'elevato livello economico e culturale del contribuente, personaggio famoso nel mondo della musica, e per tale ragione in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento, il quale, essendo la sua condotta pubblica, ha, rispetto ad altri contribuenti, maggiormente l'onere di una condotta etica".

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