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Cronaca

Traffico di droga tra Latina e i Lepini, chi sono i quattro arrestati

In carcere sono finiti Fabio Nalin, Pietro Canori, Antonio Zuccaro e Massimiliano Frattarelli. L'indagine della Dda nata dalla denuncia di un ex spacciatore

Sono Fabio Nalin, 32 anni di Latina , Pietro Canori, 73 anni di Priverno, Antonio Zuccaro, 34 anni di Priverno e Massimiliano Frattarelli, 45 anni anche lui di Priverno, le quattro persone arrestate oggi su ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Valerio Savio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini, condotte dal Comando provinciale dei carabinieri e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, sono partire nel 2019 ed hanno consentito di accertare, anche grazie alla collaborazione del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, l'esistenza di un gruppo organizzato dedito allo spaccio di ingenti quantitativi di droga del tipo hashish, marijuana, cocaina ed amnesia in particolare su Latina e Priverno, gruppo che aveva una disponibilità pressoché illimitata di sostanza stupefacente. I componenti dell’associazione riuscivano a garantire secondo quanto emerso dalle indagini “lo stabile approvvigionamento delle zone ricomprese nel territorio dei Monti Lepini, grazie ad una consolidata esperienza maturata nel settore e ad una solida rete di soggetti dediti alla commercializzazione dello stupefacente, rifornito da uno degli indagati stanziale nel capoluogo pontino e canalizzato sugli spacciatori di Priverno e nella piazza di spaccio di via Madonna delle Grazie, mediante l’utilizzo anche di corrieri che per gli spostamenti utilizzavano autobus di linea”.

A dare il via agli accertamenti è stata la denuncia di una persona di Priverno alla quale era stato richiesto il versamento di 1500 euro oppure la prosecuzione della collaborazione dell’attività di spaccio nella zona dei Monti Lepini: l’uomo aveva collaborato precedentemente con il gruppo ma aveva deciso di uscirne e nella sua denuncia ai carabinieri ha forniti elementi fondamentali per ricostruire l’operato del gruppo: nomi dei componenti, episodi specifici di spaccio. Le successive intercettazioni ambientali e telefoniche hanno consentito di chiudere il cerchio e arrivare agli arresti odierni.

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