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Cronaca

Open gate alla centrale nucleare, Sogin: "Seconda fase del decommissioning legata al deposito nazionale"

Seconda edizione di apertura al pubblico degli impianti nucleari italiani e anche di Borgo Sabotino, dove sono stati 640 i visitatori prenotati nella giornata di oggi e in quella di domani. Illustrate le fasi dello smantellamento

Seconda edizione di Open Gate oggi sugli impianti nucleari italiani e anche nella centrale di Borgo Sabotino, dove sono stati 640 i visitatori prenotati nella giornata di oggi e in quella di domani. Un'iniziativa voluta da Sogin, la società pubblica che si occupa del decommissioning in Italia, e spiegata dall'amministratore delegato Luca Desiata: "L’open gate fa parte della nostra strategia di comunicazione e di condivisione con il territorio. Abbiamo voluto replicare questo evento a distanza di due anni per condividere con la popolazione locale in massima trasparenza i livelli di sicurezza e gestione dei nostri impianti nucleari". 

L’impianto di Latina, entrato in funzione nel 1963, era per potenza elettrica (210 MW) il più grande d’Europa. La visita nel sito ha riguardato: la vecchia sala controllo, il reattore; il nuovo impianto per il condizionamento dei fanghi e il deposito temporaneo di rifiuti radioattivi che consentirà di custodire in sicurezza i rifiuti derivanti dall’esercizio delle centrale e dalle attività di decommissioning , in attesa del loro trasferimento al deposito nazionale.

centrale nucleare sala controllo-2

“Nei primi anni novanta – ha spiegato il responsabile delle operazioni Sogin della centrale di Latina Agostino Rivieccio – tutto il combustibile della centrale, che rappresentava il 95% della radioattività dell’impianto, è stato allontanato e trasferito in Inghilterra per il riprocessamento. I rifiuti derivati dal riprocessamento rientreranno poi in Italia per essere trasferiti al deposito nazionale”. Si prevede che la prima fase di decommissioning  potrà essere conclusa a Latina tra il 2025 e il 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento del reattore dagli attuali 50 metri a 30. La seconda e ultima fase riguarderà invece lo smantellamento del reattore che produrrà circa 2mila tonnellate di rifiuti radioattivi ad alta attività. "La seconda fase - spiega ancora Agostino Rivieccio - è strettamente vincolata alla realizzazione del deposito nazionale di scorie". A margine della visita al sito l’ad di Sogin si è soffermato anche sul tema del deposito nazionale per le scorie nucleari, spiegando che Sogin ha recentemente consegnato   la “Cnapi”, carta nazionale delle aree potenzialmente idonee: “Siamo in attesa – ha spiegato Desiata – del nulla osta da parte delle autorità competenti. A seguito di recenti dichiarazioni dei ministri Galletti e Calenda il nulla osta arriverà solo a valle della valutazione ambientale strategica sul programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi.

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