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Cronaca

Palazzi storici di Terracina nel mirino della Guardia di Finanza

La negligenza di due funzionari del Comune di Terracina ha determinato lo stop di un finanziamento regionale, di circa 600.000 euro utilizzato nel restauro dei citati immobili

Palazzi storici di Terracina nel mirino della corte dei conti e della Guardia di Finanza. L’attività di controllo in materia di spesa pubblica del comando provinciale di Latina, ha messo sotto la propria lente d'ingrandimento il Palazzo della Bonifica, Torre degli Azzi e Castello Frangipane, bellezze uniche di valore inestimabile facenti parte del patrimonio immobiliare artistico e archeologico del comune di Terracina da troppo tempo oggetto di interventi finalizzati alla conservazione e all’adeguamento.

Il perdurare di questi provvedimenti, finanziati dalla Regione Lazio ha determinato l’avvio dell’inchiesta della magistratura contabile coordinata dalla dottoressa Rosa Francaviglia.

Numerosi i documenti acquisiti. L’esame degli stessi, portati avanti dalle Fiamme Gialle di Terracina, su direttive del comando provinciale, ha permesso di risalire alle responsabilità di due dirigenti ed un amministratore del comune di Terracina. La loro negligenza ha determinato lo stop di un finanziamento regionale, di circa 600.000,00 euro utilizzato nel restauro dei citati immobili.

I funzionari con il loro comportamento omissivo non avrebbero mai dato corso alla rendicontazione prevista dal testo unico sugli enti locali, reiteratamente sollecitata dalla regione Lazio, inducendo l’ente Regionale all’annullamento del finanziamento concesso e alla restituzione delle somme già erogate.

Durante le indagini i finanzieri hanno avuto modo di accertare che a fronte della bellezza architettonica di questi monumenti faceva da contraltare l’incuria e la lentezza della gestione dei lavori di risanamento e restauro, tant’è che tuttora, a distanza di decenni, alcuni specifici interventi quali l’allocazione di ascensori sono ancora privi di collaudo.

Anche per il Castello Frangipane, oggetto di opere di consolidamento e restauro con finanziamenti erogati dalla Regione Lazio, vigeva come unica ed irrevocabile condizione la rendicontazione e documentazione delle spese sostenute: ciò però non è mai avvenuto. Le ipotesi investigative sono state poi avvalorate da apposita perizia tecnica effettuata dalla stessa magistratura contabile.

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