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Aeroporto civile a Latina, il progetto torna a prendere quota

L'ipotesi di uno scalo low-cost nell'area del Comani viene rilanciata dall'associazione Mettiamo le Ali a Latina: "C'è una nuova possibilità per prendere il posto di Ciampino"

Il probabile trasferimento della scuola di volo militare dal Comani in Puglia dà un’altra possibilità a Latina per vedere riconosciuta l’eccellenza delle sue caratteristiche per prendere il posto di Ciampino come scalo low cost della Regione Lazio”. Un nuovo spiraglio per il rilancio di un'ipotesi tante volte sbandierata e poi, obtorto collo, abbandonata. È nelle parole di Vincenzo D'Onofrio, presidente dell'associazione “Mettiamo le ali a Latina”, che da anni sostiene il progetto per la realizzazione di uno scalo aereo nel capoluogo pontino.

D'Onofrio, che chiede di tornare a parlare di un'infrastruttura che ritiene “vitale per la sopravvivenza economica della nostra provincia”, ricorda l'esistenza di uno studio commissionato dalla Camera di commercio di Latina alla facoltà di Ingegneria dell’università Sapienza di Roma “che ha analizzato dettagliatamente tutti i risvolti legati all’implementazione dello scalo low cost a Latina”. “Questo studio non è mai stato messo a disposizione dei cittadini se non sotto forma di un abstract - sottolinea il presidente dell'associazione - da esso si rilevava la serietà e profondità dell’analisi fatta e le forti motivazioni che sostenevano l’ipotesi Latina”.

Il portavoce di Mettiamo le ali a Latina stigmatizza l'intervento scettico del senatore Forte circa l’opportunità di tornare a combattere per l’aeroporto low cost a Latina. “L’aeroporto di Ciampino vede annualmente oltre 4,5 milioni di passeggeri in transitano e Latina dovrebbe sostituirlo: questa è la migliore dimostrazione che dal punto di vista economico e della domanda l’aeroporto low cost a Latina non sarebbe un flop”.

Il trasferimento dello scalo low cost da Ciampino a Latina - aggiunge D'Onofrio - porterebbe circa 8-900 nuovi addetti per milione di passeggeri in transito, senza contare le possibili ricadute positive per le industrie e per il turismo di Latina e provincia. Veramente possiamo rinunciare a circa 2.400 nuovi posti di lavoro? Facciamo un appello ai politici di tutti i partiti e di tutti gli schieramenti: trovate il modo di fare squadra al di sopra degli interessi di partito o personali. Le migliaia di disoccupati di Latina e provincia e le aziende che chiudono o se ne vanno ne hanno bisogno”.

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