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Economia

Pensionati: uno su due in provincia vive con meno di 1000 euro, il 13% non arriva a 500

Sono alcuni dei numeri che emergono da un'analisi fatta dalla Uil Pensionati di Latina elaborando i dati INPS sulle pensioni erogate in provincia dove 137mila anziani vivono con 13mila euro netti all'anno

Un pensionato su 2 nella provincia pontina vive con meno di 1000 euro al mese e in 18mila addirittura con meno di 500 euro.

Sono alcuni dei numeri che emergono da un’analisi fatta dalla Uil Pensionati di Latina elaborando i dati Insp sulle pensioni erogate in provincia di Latina. 

“Nel 2015 - si legge in una nota - il numero delle pensioni erogate dall’Inps in provincia di Latina ammontano a quasi 137 mila unità, con un importo medio lordo annuo di 16 mila euro (13 mila euro netti annui)”.

Nello specifico, come spiega Francesca Salvatore, segretario responsabile territoriale della Uil Pensionati di Latina, per quanto riguarda gli importi il 45,6% del totale vive con un assegno mensile che non supera i mille euro, il 13,5% - oltre 18mila pensionati percepisce un assegno al di sotto dei 500 euro mensili (3.831 euro medi lordi l’anno); oltre 44mila pensionati (il 32,1%), percepiscono un assegno che va dai 500 euro ai 1000 euro al mese (8.688 euro medi lordi l’anno); oltre 9 mila pensionati (il 14,4% del totale), vivono con un assegno mensile compreso tra i 1.500 euro e i 2mila euro (20.634 euro medi lordi l’anno); oltre 11mila pensionati (l’8,3% del totale), vivono con un assegno mensile compreso tra i 2 mila euro e i 2.500 euro (26.708 euro medi lordi annui); oltre 6 mila pensionati (il 4,4% del totale), percepiscono un assegno mensile compreso tra i 2.500 euro e i 3 mila euro (32.662 euro medi lordi annui) mentre il 5,5% dei pensionati (oltre 7.500 persone), vivono con un assegno pensionistico che supera i 3 mila euro mensili (50.171 euro medi lordi annui).

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Dati, questi, “che ci confermano - sottolinea Francesca Salvatore - quello che è sotto gli occhi di tutti: la partita sulla rivalutazione delle pensioni è e deve considerarsi ancora aperta e di questo sia il Governo, sia il Presidente dell’Inps ne dovranno tenerne conto, in quanto la priorità è recuperare il potere di acquisto che si è progressivamente perduto nel corso degli anni.

E’ necessario mettere fine a questa deriva che sta spingendo milioni di persone che vivono con una pensione che un tempo era anche “decente”, ai limiti della soglia di povertà, come se la rivalutazione delle pensioni fosse un privilegio e non un diritto”.

Per questo, conclude la Segretaria della Uil Pensionati, “chiediamo al Governo nazionale, ma anche ai sindaci di tutti i Comuni pontini, di mettere in atto misure urgenti per ristabilire quell’equità sociale di cui non vi è più traccia in questo Paese, ad iniziare con l’abbassare il carico fiscale nazionale e locale sulle pensioni”.

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