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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso

Cantiere Malvaso, scoppia la polemica dopo la ripresa dei lavori. Le spiegazioni del Comune

L’intervento dell’assessora all’Urbanistica dopo l’interrogazione di Lbc e gli articoli della stampa sulla vicenda esplosa nelle ultime ore

E’ stata una delle questioni di giornata quella della ripresa dei lavori nel cantiere del cosiddetto palazzo Malvaso a Borgo Piave dopo la sentenza del Tar del luglio scorso. Il caso era stato sollevato ieri dal movimento Lbc che ha presentato un interrogazione e che sulla vicenda è tornato anche oggi nel corso della conferenza stampa convocata nella sede di via Cattaneo. 

Nel pomeriggio è intervenuta l’amministrazione comunale per voce dell’assessore all’Urbanistica Annalisa Muzio che ci ha tenuto a fare delle precisazioni fornendo chiarimenti dopo anche gli articoli apparsi questa mattina sulla stampa locale. “Come prima cosa - spiega Muzio - occorre chiarire che il permesso a costruire non è stato annullato, cosa poteva essere fatta semmai in autotutela durante la passata consiliatura, prima dell’emissione dell’ordinanza di demolizione, così come ribadito dal Tar. La stessa ordinanza di demolizione è stata annullata dal Tar”.

Secondo punto, aggiunge l’assessora del Comune di Latina, “il permesso a costruire, ai sensi dell'articolo 15, comma 2 e 4, del DPR 380/2001 è ancora valido, in quanto il fabbricato, al momento del sequestro, era definito ai sensi dell'articolo 31, comma 2 della legge 47/85 e dello stesso DPR 380/2001, ed il mancato complemento è dipeso dalle indagini e dal successivo sequestro. Vicenda penale, come noto ormai definita e archiviata. Per le opere di completamento, che riguardano ad esempio pavimenti e infissi, è stata presentata una Scia ai sensi del predetto articolo 15 del DPR 380/2001, che prevede tra l'altro anche il completamento della sistemazione esterna dell'area già prevista nel progetto originale”. 

Ultimo punto la decisione del Comune di non impugnate davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar sulla demolizione in quanto, spiega ancora Muzio, “andare in secondo grado, avrebbe significato esporre l’Ente a una condanna per risarcimento dei danni ai quali la società Piave Costruzioni ha rinunciato. In ogni caso - conclude l’assessora all’Urbanistica - stupisce che Lbc faccia interrogazioni su questo punto in quanto il metodo utilizzato dagli uffici, assolutamente legittimo e trasparente e rispettoso della normativa e della sentenza del Tar, è analogo a quello utilizzato per la ben nota a Lbc vicenda di via Roccagorga sulla quale invece Lbc non ha inteso sollevare alcuna osservazione”.
 

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